mercoledì, gennaio 06, 2010

A Vasanello la Casa della cultura camerunense

Stiamo per raccontare di quando le ragioni del cuore e quelle della testa, spesso così distanti, riescano quasi per magia ad incontrarsi miscelandosi in un'osmosi di straordinaria potenza. In grado, persino, di spostare le montagne. Nella fattispecie il plateau Bamiléké, a migliaia di chilometri dal Viterbese. Giù, nel profondo dell'Africa Nera. Il Camerun, un luogo che in Italia evoca, in molti, soprattutto ricordi pallonari legati al fantastico titolo mondiale portato a casa dallo squadrone di Bearzot nell'82, ma che una serie di circostanze hanno determinato, a Vasanello, dal 2003, un gemellaggio con la città di Dschang dalle implicazioni enormemente proficue dal punto di vista culturale e non solo. Con il supporto unanime dell'amministrazione comunale, Antonio Porri, assessore all'urbanistica nonché vicesindaco di Vasanello è il principale regista italiano del gemellaggio. Politico di non troppe parole ma molti fatti Porri ha riversato tutto se stesso nella realizzazione del sodalizio riuscendo, in pochi anni, a mettere in piedi un progetto di cooperazione che vede coinvolti enti ed associazioni ai più alti livelli: Ambasciate d'Italia e Camerun, Fao, Unesco, Unicef, Croce Rossa Italiana e Camerunense, Regione Lazio, Provincia e Comune di Viterbo, Policlinico Umberto i di Roma, Università Roma 1, 2 e della Tuscia. Grazie a queste sinergie dal 2003 sono sbarcati in Camerun container di beni di prima necessità e sviluppo, un'ambulanza e sono stati realizzati svariati pozzi a captazione idrica. Ma Porri guardava oltre, conscio che senza uno scambio culturale vero e proprio, senza un obiettivo che legasse le due realtà ad un progetto di reciproco scambio il rapporto, sostanzialmente a senso unico, non sarebbe mai andato oltre la voce "aiuti umanitari". Ed ecco allora l'idea. Approfittando del bando regionale n° 749 del 5 ottobre 2007 denominato
"Diamo gambe alle idee dei piccoli comuni"
, viene sviluppato un progetto di intercultura scolastica finalizzato alla creazione di una "Casa della cultura camerunense", da realizzarsi in locali prospicienti alla biblioteca comunale. A tutta prima la cosa poteva sembrare un po' folle, data la siderale distanza proprio culturale tra realtà così diverse, eppure il 21 luglio 2008 la Giunta Regionale del Lazio si esprimeva favorevolmente stanziando per la realizzazione del progetto ben 68mila euro.
Porri aveva vinto la sua battaglia. E così ad inizio dicembre il vicesindaco, Marcello Arduini (antropologo responsabile del progetto) e il sottoscritto (incaricato di realizzare un dvd) spiccavano il volo da Fiumicino destinazione Douala. Obiettivo l'acquisizione del materiale che darà vita, entro il prossimo maggio, alla "Casa della cultura camerunense": l'unica al mondo fuori dal paese africano. In ogni caso un importante occasione per entrambe le realtà, poiché se da un lato la possibilità di farsi conoscere meglio (soprattutto da scolaresche) permetterà al Camerun di accrescere le proprie possibilità di sviluppo, Vasanello potrà invece approfittare del flusso di visitatori per valorizzare anche il proprio patrimonio artistico e archeologico.
Tre decolli e tre atterraggi - via Tripoli e Cotonou, nel Benin - e dopo una dozzina di ore ecco la pista dell'aeroporto internazionale di Douala. Il Camerun si trova appena sopra l'equatore e a dicembre, complice un tasso di umidità che nelle zone costiere raggiunge il 90% il caldo è soffocante. Quando si fa capolino dall'aereo la prima boccata d'aria ha quindi l'effetto di un pugno allo stomaco. Da Douala a Dschang ci sono ancora quattro ore di macchina su per la rue nationale n° 5 du Cameroun. Uno spasso, se si considera che per lunghi tratti la carreggiata è crivellata di buche dove, spesso, le ruote del taxi sprofondano fino a metà. Dschang si trova oltre i mille metri, e questo ne fa un luogo decisamente molto più vivibile della caldara sottostante. È da qui che faremo la spola con le molte chefferie (villaggi) dove Martin Sanou Sobze (responsabile nazionale Sinergia Camerun) e Giuliana Quartullo (esperta d'arte africana), hanno già provveduto al prezioso lavoro preparatorio nella scelta dei materiali. A Dschang incontriamo Fiore Traditi e Gianluca Russo, del Dipartimento di malattie infettive e tropicali del Policlinico Umberto I, da anni presente nell'area soprattutto con progetti di lotta all'aids.
Si trovano da queste parti per partecipare ad un convegno internazionale sull'argomento organizzato dalla locale università nei giorni 14-15 dicembre; uno dei relatori sarà peraltro anche il nostro Marcello Arduini. Il 16 dicembre ci aspetta un momento istituzionale importante: un nuovo atto che confermi il gemellaggio con Dschang che, dal 2003, ha cambiato ordinamento raggruppando le due precedenti realtà comunali, una rurale e l'altra urbana in un solo e più pratico municipio. Sono stati giorni molto intensi, su e giù per alcune delle più importanti chefferie dell'Ovest dalle quali, dopo complicati e misteriosi riti propiziatori, abbiamo ottenuto manufatti di straordinaria valenza artistica e culturale. Spesso le contrattazioni si sono rivelate estenuanti, poiché molti dei reperti erano dei veri e propri cimeli considerati inamovibili da generazioni, ma la bontà del progetto ha finito per convincere anche i più riottosi. La reale portata di ciò che stavamo facendo ci ha colti durante gli ultimi due giorni, trascorsi ad imballare e spedire il materiale, quando ci siamo resi conto che le nostre mani non stavano accarezzando dei semplici oggetti, bensì l'essenza stessa del cuore pulsante dell'Africa. Il cuore di un continente martoriato e ferito che adesso batterà anche a Vasanello, paesino di poco più di 4mila anime determinato a non voltarsi dall'altra parte. E che ora, grazie a questa lungimirante iniziativa, generosamente appoggiata dalla Regione Lazio, ha ampliato i propri orizzonti tuffandosi ad occhi aperti nel XXI secolo

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