sabato, luglio 31, 2010

Quale futuro per il Castello Orsini?

Con il passaggio dei beni dello Stato alle Regioni e quindi agli enti locali di competenza, di cui tanto si parla in questi giorni, quale destino sarà riservato al Castello Orsini di Soriano nel Cimino? Chi nomina Soriano immediatamente pensa al suo Castello che lo domina dalla collina centrale del paese, con la sua superba e severa geometria. L'identità stessa del capoluogo cimino è immediatamente riconducibile ad esso. Dopo otto secoli e tenuto per 119 anni come istituto di pena, abbandonato e poi consegnato allo Stato Italiano dal Ministero della Giustizia nel 1989, a tutt'oggi ancora attende il suo destino. Associazioni di volontariato, organizzazioni di settore come "Sistema Museo", Università degli Studi di Viterbo, e tanti altri hanno provato a conservarlo e a tutelarne l'integrità, riuscendoci appena e a stenti, per l'esigua o inesistente disponibilità di fondi necessari o per idee e programmi poi non realizzati. Lo stesso Comune di Soriano, che lo ha in affidamento ormai da decenni, non ce l'ha fatta ad elaborare un piano, perchè ogni piccolo o medio intervento si è rivelato troppo costoso per le scarse possibilità delle casse comunali. Non vi è nessuna colpa, ma un senso di impotenza di fronte ad un problema forse troppo grande per la comunità sorianese e i suoi amministratori. L'uso che ne è stato fatto fino ad oggi purtroppo ha avuto sempre il difetto della precarietà, della discontinuità e dell'assenza di un progetto organico che mirasse ad una definita destinazione d'uso del complesso monumentale. É stato usato per "di tutto, di più", nella speranza che le piccole forze del volontariato locale potessero almeno renderlo accessibile alla gente, restituirlo alla comunità che ne è la virtuale proprietaria. Ma tutto questo sforzo non è parso sufficiente, perchè inizia a presentare i temuti segni di iniziale decadenza. Attualmente il Castello, mentre ancora regala dai suoi spalti visioni di orizzonti mozzafiato, che reca i segni di una grande storia passata per otto secoli tra le sue mura, attende che le leggi e l'intelligenza dei burocrati e dei sorianesi decidano sul suo destino per i tempi futuri. Queste notizie degli ultimi giorni, sull'attualizzazione del federalismo patrimoniale, aprono nuove speranze e nuove prospettive. Potrebbe essere una salvezza o una condanna. Soprattutto se gli enti locali non sapranno scegliere la strada giusta da intraprendere, senza avere la sola ossessione di renderlo produttivo

Paolo Berti

Corriere di Viterbo Sabato 31 Luglio 2010

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