venerdì, agosto 06, 2010

Torna alla luce la tomba più antica

Sensazionale scoperta nell'area della Doganaccia. Torna alla luce la più antica tomba etrusca dipinta della necropoli tarquiniese. Si tratta della più antica manifestazione di pittura funeraria tarquiniese. L'eccezionale ritrovamento è avvenuto durante la terza campagna di scavo dell'Università degli studi di Torino e della Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Etruria meridionale in un settore principesco della necropoli di Tarquinia. Scoperta l'anticamera di una maestosa tomba a tumulo con i resti di un raro intonaco del VII secolo a. C. decorato con quelle che al momento possono definirsi le più antiche pitture etrusche di Tarquinia. Come detto la tomba rinvenuta si trova nell'area della Doganaccia, situata nel cuore della necropoli etrusca di Tarquinia, dove furono probabilmente deposti re e principi del VII secolo a. C. Le ricerche hanno portato alla luce un imponente accesso con larga gradinata a cielo aperto relativo al più grande tumulo funerario di Tarquinia di età orientalizzante, detto "della Regina" (dei decenni centrali del VII secolo a. C.), che, con quello "del Re", costituisce una maestosa coppia di sepolcri che caratterizza la necropoli etrusca. Attraverso questo ingresso gli archeologi sono arrivati alla tomba di un personaggio di spicco della comunità etrusca, di rango probabilmente reale. Il locale è in gran parte rivestito di un consistente intonaco bianco in gesso alabastrino, secondo una modalità nota nel vicino Oriente (Cipro, Egitto, area siro-palestinese). Si tratta di un raro esempio di rivestimento murario, finora sconosciuto in Etruria, presumibilmente realizzato da maestranze specializzate provenienti dal Levante mediterraneo. L'intonaco ha restituito tracce di pitture costituite da una fascia orizzontale di colore rosso che doveva svilupparsi su tutti i lati dell'ingresso, sopra la quale si individua, al momento, una raffigurazione di incerta lettura; potrebbe forse trattarsi di un animale (campito in nero con contorni in rosso) con evidente significato religioso, allusivo al mondo ultraterreno. I labili dipinti sono ottenuti secondo la più antica tecnica pittorica (assimilabile alla tempera) ricordata dalla storiografia artistica (in particolare da Plinio il Vecchio), "inventata" in Grecia da valenti maestri fra l'VIII e il VII secolo a. C. L'affresco riconduce ai primordi della pittura monumentale etrusca. La nuova testimonianza rialzerebbe così di qualche decennio le prime esperienze pittoriche del centro etrusco (fino ad oggi rappresentate dalle raffigurazioni della Tomba delle Pantere). I recenti risultati archeologici si aggiungono all'altra importante scoperta avvenuta lo scorso anno, costituita dalla più antica tomba etrusca a due camere affiancate (cosiddetta Tomba Gemina), destinata ad accogliere le spoglie di due nobili personaggi, morti forse contemporaneamente per un tragico evento, personaggi imparentati con il principe (o il re) sepolto nell'adiacente grande tumulo. Queste importanti ricerche, sostenute dagli assessorati alla Cultura della Regione Lazio e del Comune di Tarquinia, con il contributo della Compagnia di San Paolo e del Gruppo Fondiaria-Sai, e la partecipazione dell'associazione di volontariato "Fontana Antica", si inseriscono all'interno del progetto "Via dei Principi", destinato alla valorizzazione turistico-culturale dei tumuli monumentali della necropoli tarquiniese. Un itinerario di straordinario interesse che aggiungerà alle tombe dipinte la conoscenza dei tumuli principeschi, monumenti ora accessibili nell'ambito del sito archeologico

Fabrizio Ercolani
Corriere dell'Umbria Venerdì 6 Agosto 2010

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