Sul futuro del Bullicame si accende il dibattito. Nei giorni scorsi era stato il presidente dell'associazione "Il Bullicame", Giovanni Faperdue, a tenere una conferenza stampa per approfondire i temi relativi al Bullicame. Ua iniziativa che da un lato nasceva per stimolare la tutela delle acque termali, e dall'altra metteva in risalto i presunti prelievi che supererebbero i limiti previsti. A seguire da anni, con estrema attenzione, le sorti del Bullicame è il professor Ugo Chiocchini, ordinario di geologia presso l'Università degli studi della Tuscia a
Viterbo. Proprio il professor Chiocchini, inviando una nota al Corrire di Viterbo, ha voluto approfondire l'argomento illustrando il risultati di un suo studio.
"In questo contesto - spiega il professor Chiocchini - il signor Giovanni Faperdue sostiene che il bacino idrotermale (più correttamente l'area termale) viterbese gode di ottima salute in base ad uno studio approfondito svolto da una equipe dell'Università della Tuscia guidata dal professor Piscopo. Secondo questo studio, la cui tematica è stata già trattata dal professore nel 2006 in un articolo sulla rivista Hydrogeology Journal, la portata disponibile nell'area termale sarebbe di 100 L/sec. É molto singolare che il signor Giovanni Faperdue abbia dimenticato completamente che, sempre presso l'Università della Tuscia, con la mia equipe ho condotto una ricerca sull'area termale iniziata almeno 10 anni prima che il professor Piscopo arrivasse presso il nostro Ateneo. I risultati della nostra ricerca sono documentati da alcune pubblicazioni, la più recente delle quali appare sulla stessa rivista Hydrogeology Journal, e dalla Giornata di Studio "
Le acque termali di Viterbo: quale futuro per la risorsa a medio - bassa entalpia e per la gestione sostenibile del territorio?
" svoltasi presso il nostro Ateneo l'8 giugno di quest'anno e organizzata dal Dipartimento di Tecnologie, Ingegneria e Scienze dell'Ambiente e delle Foreste (daf) in collaborazione con il Comune di Viterbo, la Provincia di Viterbo, l'Ordine Nazionale dei Geologi, oltre al patrocinio dell'Ispra e delle maggiori associazioni scientifiche italiane delle Scienze della Terra. L'obiettivo di questo evento è stato quello di illustrare lo stato dell'arte dell'area termale e della risorsa geotermica con un approccio multisciplinare (molto poco utilizzato nello studio del prof. Piscopo) e di prospettare un possibile futuro per l'uso razionale di tale risorsa. La dimenticanza del signor Giovanni Faperdue è inspiegabile perché egli era presente alla Giornata di Studio ed ha posto anche due quesiti al sottoscritto: non è escluso che tale dimenticanza sia collegata alle conclusioni della nostra ricerca, che sono diametralmente opposte a quelle dello studio del professor Piscopo, con particolare riferimento alla presunta portata di 100 L/sec delle acque termali."
Il professor Chiocchini continua dicendo che:
"Questa ipotesi è il frutto di una fantasiosa illusione derivante da un modello idrogeologico della zona Monti Cimini - area termale di Viterbo - completamente irrealistico, perché è privo delle necessarie corrette ed adeguate basi stratigrafica, strutturale e geofisica. La stravagante idea di una portata complessiva di 100 L/sec nell'area termale è pertanto destituita di ogni fondamento poiché è vero esattamente il contrario: tutte le portate delle emergenze di acque termali, sia da sorgenti, sia da perforazioni, sono inequivocabilmente in calo da circa 20 anni. In particolare la portata della sorgente del Bullicame è diminuita da 30 L/sec nel 1855 a circa 10 L/sec attualmente - continua lo studioso -. Giova qui ricordare ancora una volta che il calo delle portate è sostanzialmente attribuibile al lunghissimo periodo di attività del sistema geotermico di Viterbo, iniziato almeno a 0,420 Ma, e forse anche prima, durante il quale le sorgenti hanno erogato una gigantesca quantità di acqua termale testimoniata da qualcosa come 114 milioni di m3 di travertino affiorante oltre ad un non precisabile volume di travertino presente, al di sotto dell'Unità del Tufo Rosso a Scorie Nere, nel sottosuolo dell'area termale. Come ricercatore di lunghissima esperienza e come soggetto che nutre un sommo rispetto per le risorse idriche, in particolare per "
l'oro dei viterbesi
", ritengo doveroso chiarire che non è affatto utile e tanto meno necessario illudersi che l'area termale di Viterbo gode ottima salute perché sarebbero disponibili 100 L/sec di acqua termale. In perfetta assonanza con le conclusioni della nostra ricerca e della Giornata di Studio dell'8 giugno scorso è praticamente pronto il progetto, mirato alla tutela e alla valorizzazione ambientale di tutta l'area termale, preparato dal sottoscritto in collaborazione con il professor Leone del Dipartimento Daf del nostro Ateneo. Questo progetto sarà presentato al Comune di Viterbo e alla Provincia di Viterbo in qualità, rispettivamente, di titolare delle concessioni minerarie del Bullicame e del Bagnaccio e di ente preposto alla gestione e alla tutela delle risorse idriche affinché sia utilizzato nell'interesse di tutta la comunità viterbese"
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