giovedì, gennaio 20, 2011

Rispunta l’autostrada tirrenica

"Autostrada tirrenica: i cantieri potrebbero aprire nelle prossime settimane."
A dichiararlo è l'assessore regionale alle Infrastrutture e a i Lavori pubblici, Luca Malcotti a latere della diffusione da parte dell'Ance sulla situazione dei cantieri nel Lazio con 8mila licenziati ed il 10% in meno di commesse alle imprese. L'assessore Malcotti ha sottolineato come la crisi non riguardi le vie di comunicazione dove sono state stanziate ingenti somme di denaro. In particolare
"per la Rosignano-Civitavecchia si partirà da sud, quindi da Civitavecchia e non più da nord, il che significa che per 16 chilometri dallo svincolo sull'Aurelia a Tarquinia, potrebbero aprire i cantieri nelle prossime settimane."
Dichiarazioni, quelle del titolare regionale delle infrastrutture che cadono come un fulmine a ciel sereno su Tarquinia dopo che più volte i movimenti a tutela e difesa del territorio, avevano tranquillizzato i cittadini parlando di continui rinvii nell'inizio dell'opera. C'era addirittura chi sosteneva come l'autostrada fosse stata accantonata. Ora questo nuovo capitolo in quella che ormai a Tarquinia è stata ribattezzata l'autostrada del mistero. In tanti hanno prospettato più volte nel corso dei mesi il via ai lavori, ora arriva questa nuova uscita pubblica di un autorevole amministratore regionale. Il dubbio nei cittadini resta: sarà l'ennesima promessa da bar o realmente questa volta le ruspe entreranno in azione? Ciò che preoccupa maggiormente è l'assoluta incertezza sul tracciato che se è rimasto quello pubblicato con le relative particelle di esproprio, sul sito ufficiale della Società Autostrade Tirrenica, dilanierebbe buona parte delle proprietà. In particolare nel corso dei mesi era montata la protesta dei gestori degli impianti di rifornimento dislocati lungo l'attuale percorso, incerti per il loro futuro e di diverse attività della zona commerciale. In un caso addirittura l'esproprio terminava proprio su una colonna portante del capannone, segno tangibile e indelebile di come in fase progettuale si siano potute registrate numerose carenze. Lo scorso aprile il ministero dell'Economia e la Ragioneria generale dello Stato avevano anche bocciato il progetto dell'autostrada tirrenica, puntando l'attenzione sul rinnovo delle concessioni autostradali e in particolare su quella tra Anas e la Sat, più conosciuta come Tirrenica. Lo stop ordinato dalla Ragioneria, si sosteneva, bloccava il passaggio al Cipe per il rinnovo della convenzione, dal momento che a fronte di un costo dell'opera di 3,5 miliardi di euro alla fine della concessione (2046) era previsto un "valore di subentro" rilevante (3,7 miliardi). Un costo che alcuni definivano troppo elevato per le casse dello Stato. Tale valore di subentro sarebbe stato determinato dal fatto che il piano finanziario, stranamente, non prevedeva ammortamenti. Inoltre, non era previsto, né il potere di Anas di disporre la decadenza in caso di reiterate violazioni da parte del concessionario, né l'accollo del costo del progetto definitivo al concessionario stesso

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