domenica, aprile 03, 2011

Scoperto un crocifisso del Quattrocento

Lo storico, nonché medievalista, Carlo Maria D'Orazi mette a segno un'altra scoperta sensazionale e porta alla luce un crocifisso ligneo quattrocentesco. Sono passate poche settimane da quando il professionista ha scoperto a Capranica i resti di un antico maniero di cui si pensava fosse andata perduta ogni traccia e nel quale soggiornò nientedimeno che Francesco Petrarca. E oggi, a distanza di così poco tempo, D'Orazi ci regala un'altra scoperta storica, questa volta a Barbarano Romano. Il crocifisso in questione, di ottima fattura artistica, è alto 88 centimetri con una apertura delle braccia, allo stato attuale, di circa 98 centimetri. L'opera, che purtroppo si trova in uno stato di conservazione non ottimale, è stata trovata in un ripostiglio di una antica chiesa della cittadina viterbese.
"a un primo esame - spiega il professore - il crocifisso presentava caratteristiche tipiche della scultura lignea del primo rinascimento, con tracce anche consistenti di colore sui capelli e sulla barba del Cristo, sulle labbra, sulla ferita del costato e sul perizoma. L'opera presenta un ragguardevole studio dell'anatomia del corpo che risulta slanciato ed elegante al tempo stesso, mentre il viso sofferente del Cristo, anche se in parte rovinato dall'azione logorante del tempo, rivela la mano di un eccellente scultore che, molto probabilmente, appartiene all'area artistica toscana."
Il professore Italo Faldi di Roma, uno dei massimi esperti dell'arte medievale e rinascimentale italiana, interpellato in merito, concorda sull'ottima fattura dell'opera d'arte e sulla datazione della stessa, datazione che va inquadrata nella seconda metà del XV secolo e più precisamente tra il 1480 e il 1490. Il Cristo crocifisso risulta mancante della croce originaria che è andata perduta mentre sulla schiena è presente ancora il gancio di ferro originale con il quale veniva fissato alla croce di legno.
"Purtroppo l'opera - incalza D'Orazi - anche a causa dell'incuria degli uomini, non è in buono stato di conservazione, ma con un restauro appropriato si potrebbe recuperare molto dell'antico splendore rinascimentale. Particolarmente bello è il viso del Cristo che risulta reclinato verso la sinistra dell'osservatore, con i lunghi capelli che scendono sul petto. É un viso che esprime una profonda poesia e una profonda suggestione e che coglie uno stato di totale abbandono del corpo del Gesù crocifisso che è rappresentato dall'artista con abile espressività emotiva."
Un ritrovamento che parla di una Tuscia per nulla scontata che, in un periodo in cui è forte la convinzione che tutto sia stato oramai scoperto, alimenta la speranza di ritrovamenti eterni che, tassello dopo tassello, portano alla luce le memorie nascoste del nostro territorio
Elisa Conti
Corriere di Viterbo Venerdì 1° Aprile 2011

Nessun commento:

Posta un commento