Lavorano notte e giorno e non vengono assistiti da nessun ente locale:
"Siamo andati incontro ad un periodo di massiccio abbandono di cuccioli - spiega il presidente Angela Massini - e ne abbiamo raccolti 20 solo quest'inverno.L'associazione da anni combatte il randagismo con sterilizzazioni dei cani abbandonati interamente a proprie spese e promuove adozioni: solo nel 2007 sono state 200.
Li abbiamo curati dalla gastro-enterite con flebo e terapia farmacologia. Il Comune di Vetralla non riconosce alcunché a chi raccoglie queste povere bestie destinate ad una fine certa.
Anzi, riceviamo una indifferenza totale come risposta ai nostri appelli accorati."
"Ciò che un canile comunale non fa - prosegue. Siamo solo 2 volontarie operative ma siamo sempre reperibili per qualsiasi emergenza. Dopo questo periodo di cuccioli, siamo allo stremo, sia fisicamente che moralmente e finanziariamente.Chi volesse dare una mano all'associazione che ospita gratuitamente gli animali trovati per strada, può farlo.
La mancanza di fondi e di volontari ci stanno mettendo in ginocchio."
Contribuendo con: cibo secco, vaccini per cani in età inferiore ai 3 anni, vaccini contro il cimurro, un contributo per la sverminazione che viene fatta ogni 6 mesi.
Servono poi antiparassitari, disinfettanti e magari qualcuno che dia una mano per la rasatura del prato.
Medicinali per proseguire le terapie consigliate dai veterinari e tanto ancora. Infatti nonostante la buona volontà delle due operatrici, senza un aiuto reale non ce la faranno ancora per molto.
"Ci sono - conclude - anche cani con malattie inguaribili ( vedi leishmaniosi) da tenere sotto controllo con farmaci, analisi, impegno fisico e morale.
Insomma ogni giorno andiamo incontro a delle spese enormi e nessuno ci aiuta nonostante il sevizio che rendiamo volontariamente al territorio.
Infatti non esiste a Vetralla un canile pubblico comunale presso il quale ricoverare i cani randagi e attualmente si spendono cifre importanti per il loro mantenimento presso questi canili.
Vorremo una maggiore solidarietà da parte del primo cittadino e un minimo di riconoscimento."
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