lunedì, febbraio 08, 2010

L'acropoli di Luni sul Mignone presso Blera


Un'antica città disabitata da secoli, come San Giovenale, è Luni, nel comune di Blera, detta sul Semisconosciuta a molti. Per raggiungerla occorre attraversare grandi estensioni di territorio in cui i corsi d'acqua non sono interessati da alcun fenomeno di inquinamento; il bestiame brado e gli animali selvatici popolano queste zone disertate dall'uomo e la vegetazione spontanea cresce rigogliosa. La riscoperta della linea ferroviaria Capranica-Civitavecchia ne fa un luogo di rinnovato interesse.
L'acropoli di Luni dista da Blera circa 10 chilometri, dei quali solo otto sono percorribili in macchina sulla Monteromanese fino alla stazione di Civitella Cesi e, dopo quest'ultima, girando a sinistra sulla Strada Dogana che si abbandona all'altezza del Fontanile di Valle Vergine, prendendo, a destra, la Strada delle Pozze. Da questo punto si segue la strada che corre parallela alla vecchia ferrovia, fino a Ponton Serignano, dove è opportuno lasciare la macchina e proseguire a piedi. Raggiunto il piano del Vignolo sul versante che guarda la vallata del Torrente Vesca, un antico sentiero scende alla valle denominata dagli svedesi "Tre Erici". Conviene seguire un sentiero che costeggia il ciglio della rupe meridionale, per arrivare ad una radura dove c'è una deviazione che scende al livello del Vesca e raggiunge la Fontana di Luni, famosa per l'ottima acqua che vi sgorga e per il luogo, particolarmente invitante alla sosta. Prima di raggiungere l'acropoli, è opportuno visitare Monte Fornicchio; lungo il sentiero che sale si incontra una singolare grotta la cui camera, a pianta pressoché circolare, presenta canaletti radiali scavati nel pavimento.

Si arriva all'acropoli di Luni sul Mignone. Appena saliti sul piano dell'antica città, si incontra la poderosa muratura del castello che fortificava la punta orientale. Sui bordi dell'acropoli, a tratti, sono ancora visibili le mura della città etrusca. A distanza di circa un ventennio, la vegetazione ha, quasi ovunque, ricoperto le aree di scavo. La chiesa medioevale, ubicata a circa cento metri ad ovest del castello, attualmente è ricoperta da un enorme ed intricato cespuglio di rovi e arbusti.
A nord della chiesa c'è una casa etrusca, prossima all'antica strada che scende al Fosso Canino. Una parte dell'insediamento della Età del Ferro si trova poco più avanti, sul ciglio della rupe settentrionale. Tra due fossati, che tagliano trasversalmente l'acropoli, al centro, si trova l'insediamento appenninico, formato da tre lunghe case rettangolari. La cultura appenninica si è sviluppata durante l'Età del Bronzo (xv - xi sec. a.C.) nell'Italia centrale. Nel pressi dell'estremità occidentale di Luni c'è una costruzione eccezionale: la grande capanna dell'Eta del Ferro, monumento destinato probabilmente al culto,unico nel suo genere. Una chiesa cristiana, parzialmente scavata nella roccia, occupa la parte meridionale di questa costruzione. Alcune tombe cristiane a fossa sono disseminate nei dintorni della chiesa. Per arrivare a visitare la necropoli etrusca di Monte Fortino, si deve affrontare una lunga e scomoda passeggiata. É consigliabile però seguire l'antica strada che, a settentrione, passando vicino alla casa etrusca, scende a valle e arriva alla ferrovia.
Dopo la diroccata stazione di Monte Romano, seguendo a destra il corso del Fosso Canino, si arriva alla Pianaccia dove, poco prima della confluenza nel Mignone, si attraversa il corso d'acqua e ci si addentra nella macchia in cui si trova la Tomba delle Cariatidi. All'esterno è scolpito in rilievo il motivo. É possibile seguire, al ritorno, il sentiero che risale il Mignone fino alla confluenza del Vesca; di qui proseguire fino alla Fontana di Luni e poi alla Fontana di Canalicchio, sopra la quale si trovano le necropoli etrusche di Ponton Spaderna e Pianarola. L'Istituto Svedese di Studi classici in Roma, durante quattro campagne di scavo della durata di sei settimane ciascuna eseguì molti lavori riuscendo a riportare alla luce molto materiale

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