"La liturgia popolare laterese della settimana santa ha tre momenti significativi: il " Pianto della Desolata" i "Kirie eleison" e la processione del Cristo morto. La struttura è tipica della struttura medioevale nell'area tosco-umbra ed è legata alla celebrazione dell'Ufficio divino. Tracce evidenti si riscontrano in alcuni usi rimasti vivi ancora ai nostri giorni. Il mattutino è l'ora tipica del "Pianto della Desolata" che è da accostare a quello della liturgia latina pretridentina. L'elemento processionale che coinvolge nella sua esecuzione la Collegiata di S. Clemente e la Chiesa di S. Giuseppe è forse legata ad una storicizzazione dei luoghi presso cui venivano conservate le immagini sacre del Cristo morto, nella prima e della Madre di Dio nella seconda. L'andamento è tipicamente laicale: le confraternite erano i soggetti celebranti e ad essi si aggregava il popolo; è evidente la struttura popolare che non lascia spazio celebrativo alla celebrazione del clero. Anche la Processione serale del Venerdì Santo presenta elementi desunti dalla liturgia del mattutino rivisitata dalla pietà popolare. L'antifona del "Christus factus est prò nobis obediens..." fa parte finale delle lodi nel triduo sacro, è il tipico avvio della Processione. Si esegue accanto alla bara del Signore prima di uscire dalla Collegiata. (L'uso attuale dopo il quadro plastico della Passione è di appena alcuni anni). II salmo 50: "Miserere" è quello che accompagna a tutt'oggi la processione. Faceva parte della liturgia delle "Laudes" ed era l'ultimo dei cinque salmi che concludevano il mattutino; le confraternite lo hanno preso come elemento significante della loro liturgia concentrata sulla penitenza e sulla Pararussia del Signore. L'unica preghiera sacerdotale che si riscontra nella liturgia popolare del Venerdì Santo laterese è quella che si recita al "Montecalvario" dopo la discesa della "stella" con i simboli gloriosi della Passione ed è desunta dall'antica orazione del triduo sacro: "Respice quaesimus Domine super hanc familiam tuam...". Il ritorno nella Collegiata è caratterizzato dal canto dello "Stabat Mater"", non compreso nella struttura dell'ufficio bensì ripreso dai formulari della Messa che lo assegnava come sequenza nella festa dell'Addolorata. Questa memoria mariana precisa e significativa nel suo genere celebrativo e teologicamente ricca nel suo aspetto globale della storia della salvezza viene vissuta come viaggio verso il sepolcro. La chiesa Collegiata è il sepolcro, le confraternite e tutto il popolo cristiano, in pianto con Maria per "condolore" con lei il figlio morto in attesa della risurrezione pasquale. Oggi tutti questi elementi sono frammentari per le mutate celebrazioni liturgiche della liturgia romana, una volta, con le funzioni celebrate al mattino, erano un crescendo di segni che venivano percepiti nella loro dimensione globale della sacramentalizzazione del mistero. Quando con la riforma degli anni cinquanta la liturgia della settimana santa si è semplificata, i riti sono passati al pomeriggio ed alla notte, la pietà popolare e la liturgia si sono divise dando l'impressione di non aver mai avuto dei contatti che sono stati invece generatori dell'attuale prassi celebrativa del Venerdì Santo laterese. Oggi è caduto in disuso l'ufficio degli "Scrialesi" i "Kirie eleison" delle ore minori. Durante questa funzione i ragazzi erano soliti perquotere il sagrato della Collegiata con cortecce di alberi per ricordare la flagellazione di Cristo
mercoledì, marzo 31, 2010
Riti di Pasqua a Latera
Un momento religioso, ma anche una riproposizione di elementi tradizionali legati alla trasposizione in termini drammaturgici della Passione e Morte di Gesù Cristo, soprattutto sotto l'aspetto prettamente canoro. É quanto è possibile ammirare e ascoltare a Latera, il paese della Maremma laziale dove il Venerdì Santo offre elementi di tradizione popolare che risalgono a molti secoli or sono. I riti della giornata del ricordo della morte del Redentore a Latera sono particolari e abilmente descritti in un bel libro di Luigi Fioriti.
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