"Entrando potrete immergervi in un clima raffinato di minimale lindore visivo - scrive dell'esposizione il critico viterbese Anton Giulio Niccoli -, dove medium distinti si fondono nel dar vita a uno spazio di pura concettualità. Assioma della mostra di Patrizia Molinari a mio parere è l'omaggio alla dimensione del sublime naturale come territorio incontaminato e scevro di confini, la cui asprezza solitaria esalta la libertà dell'uomo senza intimorirlo. Nelle sue creazioni si captano riferimenti al nostro paese, alla concezione dell'eccelso di Newman e gli impulsi di grandiosità di tutta l'inaction painting assieme alle forme emblematiche degli earth workers. L'uso di più materiali inoltre riafferma quel valore dell'opera d'arte come idea, processo di pensiero e non semplice oggetto fisico: non più la forma in sé a costituire l'essenza dell'opera, ma un mezzo che rimanda a una precisa nozione."
"Esaminando le due tele - seguita Niccoli - si comprende come la rigorosa tensione riduzionista ed il controllo accurato della procedura operativa non abbiano i caratteri rigidi del Minimalismo più tipico: le superfici rettangolari lasciano affiorare delicate tonalità che graffiano il piano altrimenti monocromo delle opere. Viene così mitigato il peso del campo quasi etereo allo sguardo, grazie alla sensibilità e alle lievi variazioni cromatiche attuate con dottrina. Rilevare principi minimal e di Land Art in Patrizia Molinari non presume alcun conflitto creativo, soltanto l'esatta percezione di come l'arte minimale abbia influito decisamente nel sublimare paesaggi ad opere d'arte totali, in artisti quali De Maria e Smithson su tutti."
"Nelle fotografie affascina la volontà dell'artista di imprigionare nell'istante immensi spazi incontaminati, distese inviolate colme di pace e religiosità - spiega ancora il critico -. I grafemi color oro adagiati, geometrici e non, sono segni artificiali che rifulgono e rifiutano di essere assorbiti interamente da processi di erosione, di trasformazione degli elementi come la neve di una montagna, a testimonianza, forse, dell'utopica volontà creatrice e di potenza dell'essere umano. Di notevole interesse sono inoltre le sculture di vetro, piccole sfere di luce con dentro un'anima dorata. Anche in questo caso Patrizia Molinari mette volutamente in crisi il freddo rigore delle costruzioni minimaliste, utilizzando un materiale dalla fragile sensualità, una forma che pare rifletta valenze biologiche ed esistenziali. Le sfere di vetro si ripetono e trasformano, simili ma mai identiche, evocano il mondo carnale d'una prossima nascita, e il nascituro è lì, sotto i nostri occhi, assenziente nel poter abbandonare l'involucro materno che lo contiene, ma non ancora pronto a divenire esso stesso fonte di future rivelazioni."
"Questa organicità plastica evolve di continuo nel lavoro dell'artista, fino a toccare il culmine in 'Cassiopeà - riprende -. L'installazione propone una stretta interconnessione fra territorio esterno e superficie espositiva della galleria attraverso la dialettica fra site e non-site. Il non-luogo di Patrizia Molinari è si costruito con materiali fisici, tufo e fibre ottiche al suo interno, ma è essenzialmente un lavoro concettuale: esso documenta un posto visto o anelato, ma sempre 'traccià fatta propria dall'artista e ricollocata nel vuoto d'una galleria d'arte. Gli osservatori che si avvicinano a 'Cassiopeà sono inevitabilmente posti alla periferia d'una esperienza estetica e vengono costantemente rimandati al sito originario, qualunque esso sia. Nuovamente la configurazione del lavoro di Patrizia Molinari è di tipo minimalista, ma ancora una volta ogni inflessibilità geometrica viene annullata dal carattere grezzo e essenziale degli elementi."
"Il legittimo criterio da tenere verso le sue opere - conclude - è quello di scrutare la sua realtà, godere di vedere, meravigliarsi osservando, lasciarsi catapultare in un cortocircuito di rimandi apparentemente distanti tra loro, sempre consapevoli della labilità di una singola interpretazione ufficiale"
Corriere di Viterbo Martedì 8 Giugno 2010
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