"L'acqua non è solo un elemento vitale e indispensabile della nostra vita. Nutre e disseta anche la nostra anima - spiegano gli organizzatori della mostra - si lega indissolubilmente in qualche modo ai nostri pensieri e ai nostri ricordi. Potrebbe sembrare un tema anche troppo facile per una mostra d'arte, ma i dieci artisti pur non eludendo un doveroso tributo poetico all'acqua, hanno reso protagoniste delle opere le istanze urgenti della contemporaneità: inquinamento, abuso, spreco."Le due installazioni esterne di Artemad rimandano l'una ai pericoli di un'urbanizzazione selvaggia, l'altra allo spreco sistematico. L'opera di Giovanni Chiarinelli riflette sul significato delle parole che sottendono il grado di importanza che inconsciamente attribuiamo alle cose. Troviamo la marea nera nel "Brutto anatroccolo" di Giacomo Demurtas, realizzato riassemblando pezzi meccanici usati e inutili, originando una nuova forma di tutt'altro significato. Fabrizio Berardi ci offre due diverse visioni del rapporto tra l'uomo e l'acqua. La forza dell'acqua trova voce nell'opera dei LuBott, "La balena di Giona". Nelle opere fotografiche di Filippo Gianfelice l'indignazione violenta dell'acqua che ha travolto tutto, si cela dietro una silenziosa immobilità. La fotografia di Gianfranco De Felice appare il tentativo estremo della bellezza di infiltrarsi tra lo squallore di cemento dei palazzi di periferia. Claire Nelson espone due sculture che rimandano a un profondo senso di riappacificazione e di fusione. Meri Tancredi, infine, propone un'opera sul legame tra una donna e l'acqua
Silvia Salvati
Corriere di Viterbo Lunedì 7 Giugno 2010
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