"L'avvio lento nella fase di ricevimento del prodotto che non trova alcuna giustificazione e costringe i produttori ad una inaccettabile "pressione" materiale e psicologica, unita a una valutazione qualitativa del prodotto spesso non congrua, per non dire vessatoria rischia di provocare effetti economici disastrosi e di mettere al tappeto tutti i produttori di pomodoro per l'industria -spiega la Coldiretti -. Un'annata di produzione che si era presentata sotto i migliori auspici, prodotto ottimo e sufficiente, rischia di essere compromessa da atteggiamenti che mettono in discussione le condizioni pattuite e danneggiano i produttori."
Le imprese agricole, dopo aver coltivato e portato a produzione nelle proprie aziende il fatidico "oro rosso", si vedono ora negata la possibilità di conferire il prodotto alle industrie di trasformazione con le quali, tramite le proprie organizzazioni di produttori, hanno programmato la coltivazione, come obbligano le normative comunitarie. Alla base delle oggettive difficoltà le elevate giacenze di prodotto della campagna 2009, che unitamente all'importazione di semilavorati a prezzi stracciati e le gravi difficoltà finanziarie di alcune aziende, sta lentamente sfiancando i produttori che non riescono a conferire il loro prodotto. Un mea culpa che le varie associazioni potrebbero fare è quello di non essere riusciti a tenere sotto controllo gli investimenti colturali, e quindi delle superfici, che hanno causato picchi produttivi con conseguente congestione del ritiro del prodotto. In effetti se nel 2006 la produzione di pomodoro italiana si stabilizzava intorno ai 44 milioni di quintali, tale dato lievitava nel 2009 a 57 milioni di quintali. Le previsioni di quest'anno vedono questo dato in netto calo, molto del prodotto sembra destinato a permanere in campo senza essere raccolto, anche se le superfici investite sono in aumento. Inoltre, un'altra spiacevole novità riguarda l'aumento massiccio dell'importazione di semilavorati provenienti dai paesi terzi, in particolare dal mercato cinese. Soprattutto i Paesi del Nord Europa (Olanda, Belgio e Germania) stanno acquistando notevoli quantità di concentrato cinese, dati i suoi prezzi letteralmente stracciati, e questo significa una diminuzione dell'export italiano verso questi Paesi. Tutto ciò sta alimentando inevitabilmente un giustificato e diffuso malcontento, amplificando la situazione di difficoltà che si registra nel comparto del pomodoro da industria a Tarquinia e non solo. Una criticità che nelle previsioni degli esperti si protrarrà sicuramente anche nel 2011
Fabrizio Ercolani
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