mercoledì, agosto 25, 2010

Sagra della bruschetta a Gallese

Ci sono vari modi, a seconda degli ingredienti, di fare la bruschetta. Da alcuni requisiti, però, non si può prescindere: il fuoco (di legna), la fetta di pane casareccio, l'olio di qualità. Sull'olio (o, meglio, sui lati della fetta di pane da ungere) ci sono due scuole di pensiero: una, che ancora domina nelle campagne, vuole che, dopo aver bagnato la fetta, la si rigiri, e si bagni anche l'altro lato. In ogni caso, per la riuscita della bruschetta, dev'esserci un buon olio: l'ideale è quello che, quando si inclina la fetta, non scorre. O, se score, lo fa molto lentamente. Insomma: dev'essere un olio denso, ricco, e non troppo acido. Quanto al sale, se ne metterà quanto basta.

E, a proposito della cottura, va detto che, agli angoli, un po' di bruciaticcio sulla fetta non guasta. Il pane, ovviamente, dev'essere croccante: ma non va seccato. Una cosa è certa: occorre essere buongustai per apprezzarla, la bruschetta. Da sola, o con fette di prosciutto, con contorni (sott'olio o sott'aceto), con salsicce. Cotte, queste ultime, sul fuoco, in modo da averle ben sgrassate. Una buona bruschetta, se verranno rispettate le premesse, la si gusterà, sabato 28 e domenica 29, a Gallese scalo, negli spazi dell'oratorio San Sebastiano.

Sarà organizzata, infatti, la sagra della bruschetta. L'accesso al paese - va detto, perché contrasta con quanti solitamente avviene per altre sagre analoghe - sarà libero. Nessuno, insomma, chiederà il pedaggio alla sbarra, impedendo a chiunque non versi una certa somma di entrare. Poi, chi lo vorrà, potrà gustare le specialità - bruschette, ma anche carni alla brace - pagando il giusto. Di bruschette, ne verranno offerte di vario tipo: con la salsiccia, tradizionale, con pomodoro, aglio e olio, con formaggio e acciughe.

Va da sè che, agli intenditori, converrà, prima delle altre, assaggiare le bruschette tradizionali. Perché, nei grandi piatti - che sono quelli semplici -, la genuinità delle materie prime è fondamentale. Ed è questa che, attraverso la ricetta più semplice, va subito verificata. Poi, come detto, ci saranno carni alla brace. E anche, pare, della trippa. Che, fatta in modo tradizionale, o con qualche variante più locale, se è ben cotta, ben insaporita, è sempre un piatto di successo. Accanto alla degustazione, da effettuarsi in appositi stand, ci sarà anche, promettono gli organizzatori, lo spettacolo. Danze, balli, intervento di complessi. Perché poi, piatti e bruschette, bisogna digerirli. E, allora, non c'è niente di meglio che un ballo

Corriere di Viterbo Mercoledì 25 Agosto 2010

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