mercoledì, novembre 10, 2010

Autostrada Tirrenica, è guerra

Autostrada Tirrenica. Le attività commerciali interessate dal nuovo progetto autostradale alzano la voce, chiedendo certezze per il loro futuro. A smuovere le acque non soltanto i proprietari di attività che si affacciano attualmente lungo la Statale Aurelia, per lo più impianti di erogazione di carburanti, ma anche di vendita diretta di prodotti ortofrutticoli, ma anche gli imprenditori che hanno investito i propri capitali nella zona commerciale di Tarquinia.
"Perché il sindaco Mazzola non mantiene le promesse fatte a tutta la cittadinanza? - tuonano - Aveva garantito che avrebbe tutelato tutte le attività locali cercando di studiare un percorso che avesse il minore impatto possibile per tutta la cittadinanza, ed invece oggi, attraverso internet leggiamo che le nostre attività sono nell'elenco di quelle dimesse."
Il proprietario di una delle attività che si affacciano sull'Aurelia coinvolti in questo taglio contestano anche le modalità con le quali hanno appreso la brutta notizia.
"Si convocano assemblee pubbliche e consigli straordinari per ogni motivo anche il più futile, invece per un progetto così importante come può essere l'autostrada e tutti gli espropri che ne conseguono, si rimanda tutto ad un semplice dischetto nel quale riuscire a capire qualcosa diventa veramente difficile."
Ed ancora:
"Noi abbiamo delle famiglie, spese programmate, mutui a carico, come è possibile che non si riesce a capire quale possa essere il nostro futuro. Chiediamo semplicemente di sapere in anticipo se alla nostra età dobbiamo cercarci un'altra occupazione oppure c'è qualche barlume di speranza di salvare le nostre attività."
i lavori che secondo il ministro Matteoli sarebbero dovuti iniziare già nel mese di settembre, sembra siano stati ritardati sino a gennaio. Preoccupati soprattutto i proprietari di distributori di benzina. Dal progetto definitivo sembra infatti che gli impianti esistenti vengano dimessi ed al loro posto vengano realizzati due grandi aree di servizio, una in direzione Grosseto e l'altra verso Civitavecchia.
"Qual è il nostro futuro?-incalzano- Chiediamo troppo se vogliamo certezze. I nostri impianti sono in comodato d'uso per cui anche da un esproprio noi non otterremmo niente, anzi perderemo solo la nostra occupazione. Fateci continuare a lavorare, solo questo chiediamo. Forse però ad essere tutelati saranno solamente i soliti noti."
Sul piede di guerra anche diverse attività insediate nella zona commerciale di Tarquinia. Nell'area infatti, sempre secondo il progetto definitivo dovrebbe insistere uno svincolo che andrebbe ad intaccare ben dieci attività commerciali.
"Noi abbiamo presentato le nostre osservazioni scritte alla Sat che laconicamente ci ha risposto che il progetto definitivo era quello e soltanto durante la fase operativa avrebbe tentato di ovviare alle problematiche avanzate.- spiegano- Da quanto abbiamo potuto apprendere, le carte su cui si è basato il progetto erano datate e le nostre attività che sono di recente insediamento, neanche esistevano. Ma dove era chi ci doveva tutelare, loro sì che sapevano della presenza dei nostri capannoni. Si parla tanto dell'autostrada come una boccata d'ossigeno per l'indotto economico locale. Finora però vediamo solamente attività che danno lavoro a numerosi tarquiniesi che saranno costrette a chiudere i battenti. Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo."
Ora molto probabilmente inizierà di nuovo un continuo rimpallo di responsabilità tra stata, Sat, Regione e comune ma gli imprenditori a ricoprire il ruolo della vittima sacrificale proprio non ci stanno e compatti sono disposti a perorare sino in fondo le proprie ragioni

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