giovedì, dicembre 16, 2010

Capranica: scoperta ala di un castello duecentesco

Nuovi resti monumentali dell'antico castello degli Anguillara sono stati scoperti nel corso di un'indagine d'approfondimento, condotta dallo storico e medioevalista Carlo Maria D'Orazi, in collaborazione con l'archeologa Francesca Ceci. In particolare, è stata scoperta l'ala est del duecentesco palazzo di Pandolfo II. Si tratta di un muro alto circa 17 metri e largo 8 che presenta una caratteristica muratura del XIII secolo abbastanza diffusa nella provincia di Viterbo e che ritroviamo, in modo evidente, anche all'interno di Castel S. Angelo a Roma. Fino allo scorso 15 novembre, si credeva che del palazzo fosse andata perduta ogni traccia: la storia narra, infatti, che, nel lontano 1465, Papa Paolo Ii, mosso da un sentimento di rivalsa nei confronti della famiglia degli Anguillara, colpevole d'aver arbitrariamente sottratto numerosi feudi al dominio della chiesa, ordinò l'immediata distruzione dell'antico castello. La parete in questione presenta tre livelli abitativi ed era, molto probabilmente, l'ala del castello destinata a caserma della guarnigione. Il prof. D'Orazi, analizzando la muratura sopravvissuta all'opera di distruzione, è riuscito a individuare una parte della fase più antica del palazzo, difficilmente riconoscibile se non da esperti. La muratura in questione riprende la classica forma a "libretto"che troviamo utilizzata in numerose case e palazzi del XIII secolo di Viterbo, non da ultima nel monumento simbolo della città, ovvero palazzo Papale. L'anziano professor Italo Faldi di Roma, uno dei massimi storici della pittura medioevale e rinascimentale italiana, interpellato in merito, ritiene sia probabile che si possano rintracciare ulteriori resti d'affreschi della fine del duecento o della prima metà del trecento, poi ricoperti dalle successive strutture cinquecentesche costruite per ricavare dalle rovine dell'antico castello nuove abitazioni per uso privato.
"Certamente - si legge nella relazione del professor D'Orazi - questa parte dell'ala est del palazzo, non avrebbe potuto resistere al crollo se non fosse stata sostenuta da buona parte della originaria parete nord, quella che si affaccia sull'esterno del castro, anch'essa in parte conservata ma che, tuttavia, non risulta visibile perché ricoperta dai successivi intonaci cinquecenteschi e seicenteschi. Il dramma vissuto dall'antico castello di Pandolfo II e da tutta la famiglia degli Anguillara nel 1465 - prosegue il professore - risulta evidente guardando il tratto di parete est sopravvissuta. Osservandola si può, infatti, capire con chiarezza l'opera di distruzione messa in piedi dall'esercito di Papa Paolo Ii, attrezzato di bombarde e macchine da guerra, e supportato dalle milizie inviate sia dall'aragonese di Napoli sia dagli Sforza."

In questo dato archeologico, che si rileva chiaramente nella muratura della parete est portata oggi alla luce, si legge tutto il dramma vissuto dalla famiglia degli Anguillara

Elisa Conti

Corriere di Viterbo Giovedì 16 Dicembre 2010

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