"nel ciclo dedicato alle Terre di confine , riesce a cogliere le intime celate motivazioni, restituisce il valore di una storia (reale o illusoria, ma ugualmente vissuta) che lo costringe, per forza di una irresistibile attrazione, a ritornare a percorrerne le strade. Un paesaggio, che non da ultimo, trova nel concetto di confine non solo un riferimento geografico e mnemonico, ma un richiamo alla sperimentazione di tecniche pittoriche e scultoree (dal disegno, alla pittura ad olio ed acquarello, fino alla scultura in ceramica e bronzo) con la quotidiana visitazione delle potenzialità linguistiche ed espressive di colore e materia, che l'autore dimostra accertare come elemento fondante del proprio cammino creativo."Una mostra che trova nell'incontro fra sperimentazione e memoria il suo momento narrativo
Corriere di Viterbo Martedì 14 Dicembre 2010
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