mercoledì, febbraio 02, 2011

Acqua all’arsenico in diverse zone della Tuscia

Esplode la bomba arsenico nell'acqua. Il presidente della Provincia e dell'Ato, Marcello Meroi infatti, ha chiesto alla Talete di organizzarsi per fornire alla popolazione acqua correttamente dearsenificata. E poi di fargli sapere "tempestivamente" come si muoverà. Con buona pace degli inutili allarmismi. Intanto nascono dubbi anche sulle famose fontanelle che dovrebbero essere istallate laddove la percentuale di arsenico è oltre la norma. Su una delle quattro imprese del settore scelte da palazzo Gentili (la Logica di Roma) si addensa qualche nube giunta dal nord, con la nascita a Mantova di un casus belli politico destinato a riversarsi nella città dei Papi.

Ormai la bomba è esplosa. Una bomba d'acqua avvelenata all'arsenico. Il presidente della Provincia e dell'Ato, Marcello Meroi, ha chiesto alla Talete di organizzarsi per fornire alla popolazione acqua correttamente dearsenificata. E poi di fargli sapere "tempestivamente" come si muoverà. Con buona pace degli inutili allarmismi. Le famose fontanelle nei Comuni? Alla luce di questa novità sembrano acqua passata, anche se l'assessorato all'Ambiente non sembra seguire la linea del presidente.
Poche righe, ma devastanti, quelle scritte venerdì da Meroi all'indomani della pubblicazione sul sito della Asl dei risultati dei prelievi dell'Arpa nei vari Comuni, che mostrano valori da capogiro. Il presidente le ha inviate per conoscenza anche a tutti i sindaci della Tuscia e al prefetto Antonella Scolamiero proprio nel giorno in cui scade la deroga concessa dall'Italia da parte dell'Unione Europea. Da oggi insomma, con valori superiori a 10, l'acqua non è più potabile.
"Vi invito a predisporre, in considerazione delle limitazioni imposte in materia, l'attivazione di un esercizio di approvvigionamento alternativo con acqua correttamente dearsenificata, per garantire un livello assistenziale alla popolazione. Invito inoltre la società Talete spa a comunicarmi tempestivamente le modalità dell'esercizio di tale servizio."
Parole che hanno innescato un tempo di reazione prossimo allo zero nel consigliere provinciale del Pd e sindaco di Corchiano Bengasi Battisti. Tre le contromosse: un'ordinanza inviata alla Talete e al responsabile della segreteria tecnica dell'Ato, Giancarlo Daniele, in cui si chiede di erogare acqua buona, pena la sostituzione del sindaco ai doveri della spa; una lettera alla Provincia per avere informazioni sulla conformità delle fontanelle dearsenificatrici e chiarimenti sulle successive analisi dell'acqua; infine un'assemblea pubblica venerdì alle 17 nella sala del consiglio per informare la popolazione, in quanto per la prima volta (valore minimo 14, massimo 15) è stato superato il limite consentito. Dubbi forti generati da quanto accade al nord in situazione analoga. Tra i Comuni che presentano i valori più elevati spiccano Capranica (42-42), Civita Castellana (19-49), Fabrica di Roma (13-66), Vetralla (20-48) e Viterbo (5-40).
e' il caso di ricostruire l'intera a vicenda. Il caso arsenico scoppia da una recente direttiva dell'Ue che fissa a 10 microgrammi per litro il limite di arsenico consentito nelle acque a uso domestico, negando deroghe fino a quel momento concesse. Tutti i Comuni della Tuscia inizialmente vengono annoverati nella lista nera e da soli rappresentano la fetta più grande della torta dell'Italia intera. A palazzo Gentili si comincia ad affrontare il problema, ma le cose sembrano andare a rilento, tanto che il consigliere provinciale e sindaco di Vitorchiano, Gemini Ciancolini, provvede da solo al motto chi fa da sé fa per tre: firma una convenzione con il Cnr per dotare il proprio Comune di un impianto di dearsenificazione. Anche la Provincia poi trova una soluzione: nei giorni scorsi viene infatti firmato un accordo con le imprese del settore idrico dovranno dotare i Comuni di fontanelle pubbliche per l'acqua potabile. Il progetto prevede l'installazione di distributori in grado di fornire acqua trattata, refrigerata e frizzante, per un'operazione a costo zero. Palazzo Gentili è tanto convinto da aver già sottoscritto un contratto con quattro imprese.
Ma venerdì scorso il presidente e l'assessore all'Ambiente Paolo Equitani prendono entrambi carta e penna, scrivendo però cose diametralmente opposte. Mentre Meroi invita la Talete a organizzare subito un sistema alternativo di approvvigionamento idrico dimenticando le fontanelle, l'assessore prosegue su questa linea. Tanto da invitare i Comuni alla riunione di giovedì prossimo
"per dare avvio alle azioni relative all'esecuzione del progetto."
Oltre ai rischi per la popolazione, alle amministrazioni resta il dubbio amletico se seguire Meroi o Equitani.
Il Messaggero Mercoledì 2 Febbraio 2011

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