martedì, agosto 02, 2011

La musica sacra a Palazzo dei Priori

Exsultate, Iubilate (k 165) di Wolfgang Amadeus Mozart e lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi: questi i due brani in programma per il concerto di musica sacra di Tuscia Opera Festival di stasera a palazzo dei Priori. Concerto che verrà replicato anche il 5 e 7 agosto rispettivamente nelle piazze comunali di Capranica e Ronciglione. Tutti i concerti saranno eseguiti dall'orchestra da camera del Tuscia Operfestival diretti da Timothy Leon e inizieranno alle 21.00 con ingresso gratuito. Il soprano impegnato nell Exsultate, Iubilate sarà Marisa De Silva mentre per lo Stabat Mater si esibiranno il soprano Allison Provaire e il mezzosoprano Erica Papillon Posey. Mozart e Pergolesi sono due compositori che hanno rappresentato momenti fondamentali della musica del ‘700, entrambi bambini prodigio, con le loro opere hanno segnato la musica dei secoli a seguire. Exsultate, Iubilate (k 165) è una composizione sacra di Mozart, composta quando aveva appena 17 anni per essere cantata dal castrato Venanzio Rauzzini nella chiesa milanese di Sant' Antonio il 17 gennaio 1773. Sebbene non si tratti di un'opera ampia, è ritenuta il massimo esempio di composizione vocale e strumentale del giovane Mozart, in seguito adattata per voce femminile e orchestra. Si tratta di un mottetto suddiviso in quattro episodi: un allegro, un recitativo, un larghetto e un allegro non troppo. La parte più celebre, talvolta eseguita come brano a sé, è l'allegro non troppo, ricco di agilità e culminante in un do acuto. La composizione dello Stabat Mater, invece, secondo quanto riporta la tradizione, fu commissionata a Pergolesi nel 1735, dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei dolori di San Luigi al Palazzo, per officiare alla liturgia della settimana santa. Pergolesi, nella stesura si mantenne fedele in linea di principio con l'esperienza di Scarlatti: simile è la strumentazione per archi e basso continuo, pure inalterata è la presenza nelle parti solistiche delle due sole voci di soprano e contralto. Entrambi i compositori suddividono la sequenza in una serie di duetti ed arie solistiche, così come era di prassi nel XVIII secolo. Il lavoro di Pergolesi quindi è più compatto, ma al contempo non rinuncia alla struttura tradizionale così accentuata in quello precedente, nonostante le concezioni armoniche e melodiche risultino innovative ed al passo con le tendenze della musica di scuola napoletana ed europea. In effetti, può essere stata questa la ragione che spinse la confraternita a sostituire il lavoro di Scarlatti con una composizione "alla moda". Il musicista, che sarebbe morto di lì a breve per tisi, terminò la composizione del brano mentre si trovava a vivere i suoi ultimi giorni nel convento dei cappuccini di Pozzuoli. Studi recenti hanno però avvalorato altre ipotesi e appare possibile che la stesura dello Stabat fosse iniziata anche in concomitanza di altri lavori importanti e soltanto terminato a Pozzuoli nel 1736 durante gli ultimi mesi della sua vita, ed insieme all'altro capolavoro sacro del compositore, ovvero il Salve Regina. Al di là dell'aneddotica, resta un'opera commovente, una musica non pretenziosa, quasi umile, scevra di ogni virtuosismo fine a sé stesso che sorregge il canto ed è funzionale allo sfolgorare delle due voci femminili. Fin dall'introduzione si delinea un clima commovente e malinconico, la musica prende vita, forma, diventa arte altissima e si trasforma in preghiera. Marisa De Silva è un soprano, insegnante di canto, e Certified Teacher della Tecnica Alexander. Come cantante si è esibita in numerosi festival in Europa e in Asia così e in tutto il Nord America. Una serata da non perdere per gli appassionati di musica sacra e non
Corriere di Viterbo Martedì 2 Agosto 2011

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