lunedì, agosto 08, 2011

Scatta “Musica e drink sotto le stelle”

Un grande evento questa sera a Civit'Arte, con Giorgio Albertazzi che attraversa Dante. Il titolo dello spettacolo in programma alle ore 21,30 nella piazza San Donato di Civita di Bagnoregio, è "Dante è tutto". C'è il Dante di Albertazzi in Russia. Poi c'è Dante a Parigi, al teatro di Champs-Elysées e le piazze di Firenze insieme ad Anna Proclemer e un gruppo di musicisti, e poi Rimini su un palco costruito sulle palafitte in mare e, più recentemente, a Bologna dalla Torre degli Asinelli davanti a 22.000 persone. L'idea è quella di un viaggio, fra leggende e biografie, nell'universo dantesco e nel nostro sentire la vita e la sua poesia. L'aspetto più moderno di Dante è il suo viaggio nel linguaggio. è lui che lo inventa, che lo deduce dalle lingue nordeuropee (l'Accademia della Crusca col suo vocabolario viene tre secoli dopo circa). Quella di Dante è una lingua-filtro, eterogenea tessuta di cento innesti e integrazioni, dall'arabo al tedesco
"Non è li fiorentino più di quanto non sia il napoletano"
, dice Beckett. T. S. Eliot dice che Dante è il più universale fra i poeti di lingua moderna. C'è più "varietà" in Shakespeare - sostiene sempre Eliot - ma c'è più "universalità" in Dante. Il volgare di Dante è Europa. Borges lo legge da cieco, nel senso che se lo ripete a memoria, e gli sembra di cogliere l'eterno. E questo significa, forse, che l'eterno esiste.
"Questa elegante speranza rallegra la mia solitudine"
, dice il vecchio Borges ottantaduenne. Ma ancora di più Albertazzi, che il 20 agosto compirà 88 anni, lancia la sfida su Dante suo conterraneo (Albertazzi è di Fiesole, il paese delle bellissime ville sulle colline accanto al capoluogo toscano).
"Immagino, o forse più esattamente ricordo, l'incontro con il Poeta, anche lui fiorentino, dalle parti di Piazza della Signoria - afferma il grande attore -, In quell'occasione mi ha svelato una serie di segreti soprattutto riguardo al suo rapporto con l'eros e con la donna angelicata. Parte della confidenza sono alcuni canti della Divina Commedia, dall'Inferno al Paradiso."
Parlando della sua vita, Albertazzi afferma:
"Il mio luogo di nascita era un luogo arcadico. Da quelle parti ci sono stati Swift, D'Annunzio, Soffici, Swiburne, la Woolf, Berenson, eccetera. Io sono nato lì, perché mio nonno ere "maestro muratore" di Berenson e noi abitavamo in una dèpandance della villa "i Tatti". Mio padre faceva il deviatore. Non c'entra niente col pilotaggio, significa che mio padre "deviava" i treni delle Ff Ss. Non proditoriamente, ma agendo da una cabina piena di leve posta lungo la ferrovia. Mio padre era di origine emiliana. Mia madre casentinese. Ho vissuto in campagna fino a diciott'anni."
Laureato in architettura, si dedica successivamente alla recitazione in fotoromanzi, in teatro, al cinema e in televisione. Albertazzi aa debuttato sul palcoscenico nel 1949 in Troilo e Cressida di Shakespeare, con la regia di Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino. Pur avendo girato una trentina di film (tra cui una pellicola di Resnais l'anno scorso a Marienbad) e avendo lavorato molto in televisione, soprattutto come interprete di sceneggiati televisivi di successo negli anni sessanta (tra cui L'idiota e Jekyll), Albertazzi è soprattutto un grande attore di teatro, spesso anche regista dei propri spettacoli. Sua compagna anche sulla scena e nella vita (dopo un rapporto sentimentale con l'attrice Bianca Toccafondi) a partire dal 1956 è stata Anna Proclemer. A coronamento di una carriera molto intensa e peraltro ancora attiva, nel 2004 il pubblico italiano lo omaggia del Premio Gassman alla carriera. Contemporaneamente, porta in scena, insieme con Dario Fo, una serie di spettacoli-lezioni sulla storia del teatro in Italia, successivamente trasmessi da Rai 2. Nel 2009 al Teatro Ghione è interprete di Lezioni Americane di Italo Calvino, per la regia di Orlando Forioso, e al Teatro Greco di Siracusa di Edipo a Colono di Sofocle per la regia di Krzysztof Zanussi. Sempre nel 2009, per Rai 2, ha registrato una lettura della Divina Commedia fra le rovine del centro storico di L'Aquila, in seguito al terribile terremoto del 6 aprile di quell'anno

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