giovedì, ottobre 23, 2008

Interminabile ponte del Diavolo

Adesso oltre al ponte sono "indiavolati" anche i residenti di Castel d'Asso che hanno deciso di mandare un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti, per conoscenza.
Un passo alla volta. Nel marzo scorso a causa di una forte tempesta, con conseguente straripamento del fiume Urcionio, è crollato l'attraversamento che univa Viterbo alla cittadina di Castel d'Asso: il noto ponte del Diavolo.
Quel semplice fazzoletto di cemento sgretolandosi ha portato con sé una valanga di disagi senza fine.
Soprattutto per chi, dovendo raggiungere le proprie case e i propri terreni agricoli, si è trovato costretto a giri infiniti per strade anguste e piene di curve non sicure.
Adesso alcuni cittadini, dopo mesi trascorsi nell'attesa, hanno deciso di percorrere delle nuove vie: questa volta legali.
Pochi mesi dopo il crollo, il Comune si era rivolto alla Regione per avere dei fondi, poi concessi, per risanare la voragine.
I lavori sono iniziati come previsto durante l'estate. Ma adesso i cittadini vogliono sapere quando si concluderanno.
"a Castel d'Asso i residenti - dichiara l'avvocato Antonio Iezzi - sono esasperati e se non avremo risposte immediate e tangibili, presenteremo a giorni un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per conoscenza."
L'avvocato sottolinea che sono numerosi i problemi cagionati da questa interruzione ormai tale da circa sette mesi.
In più la strada che viene percorsa in sostituzione di quella del Diavolo è pericolosa soprattutto se attraversata da mezzi pesanti.
"Primo poi secondo me - aggiunge - ci scapperà l'incidente. Mi sono rivolto ad un tecnico per farmi spiegare se realmente erano necessari dei tempi così lunghi e mi ha risposto che per rifare quel pezzettino era sufficiente non più di un mese.
Io non capisco perché stanno creando una struttura tanto complessa per una piccola porzione. Hanno ingabbiato un perimetro di fiume molto più grande del necessario.Trovo incomprensibile creare certo un ponte faraonico, per pochi metri.
A questo punto credo che la prima soluzione proposta, ovvero quella di costruire un ponte militare, era la migliore."
Ci sono alcuni interrogativi che l'avvocato vuole fare presente.
"Ho più volte interpellato - conclude - l'impresa che gestisce i lavori di ricostruzione del ponte, sia telefonicamente che attraverso dei fax.
Ma mai nessuno si è degnato di rispondere. Come cittadini abbiamo il diritto di sapere quanto è costato questo ponte e quanto tempo ci vorrà ancora per terminare questa opera d'arte."
Se si passa davanti al cantiere è affisso un cartello con gli "estremi" dell'opera e già qualche risposta agli interrogativi la si può desumere.
Si legge:
"Regione lazio... Lavori di somma urgenza di sistemazione idraulica del fosso Urcionio in prossimità dell'attraversamento della strada del Diavolo."
Alcune voci illustrano:
"Importo di contratto: 185.759,94 euro. Dirigente del lavoro: Antonio Sansoni. Impresa appaltatrice: Fabbrica imprese di costruzioni s.r.l. Bagnoregio. Direttore tecnico: Nicola Panunzi. Inizio lavori: 19/06/08."
Manca però l'indicazione del termine dei lavori. Forse come narra la leggenda, a proposito dei ponti con questo nome, il crollo è stato veramente opera del diavolo e quel che ci vuole è una bella benedizione.

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