lunedì, ottobre 06, 2008

A Viterbo non serviva l'ICI

"Il nostro Comune regge bene il taglio dell'Ici."
Il sindaco Giulio Marini e l'assessore al Bilancio Claudio Taglia sono d'accordo. Il mancato introito (che peraltro il Governo si è impegnato a rimborsare) non avrà conseguenze.
"Non sono assolutamente previsti aumenti alle tasse dei cittadini - spiega Marini - sia perché il Comune non ne ha bisogno ed anche perché esiste una norma che non lo consente."
Con queste affermazioni il primo cittadino del capoluogo allontana i timori di una possibile ripercussione sulle casse comunali riferibile all'abolizione dell'Ici sull'abitazione principale i cui effetti negativi sono invece assai tangibili in altri comuni.
Basti pensare ai municipi di Napoli e Roma che sull'altare della mancata compensazione mettono oltre 70 milioni di euro ciascuno.
Complessivamente nelle casse comunali mancano 1,45 miliardi di euro a causa delle mancate compensazioni ai tagli, ai trasferimenti e all'abolizione integrale dell'Ici sull'abitazione principale.
Con l'accordo sul federalismo fiscale, il Governo si è impegnato l'altro giorno a versare una somma ingente, non sufficiente comunque a coprire tutti i mancati incassi.
Ma l'assessore Taglia tranquillizza i cittadini:
"L'incontro con il ministro Maroni ha avuto un riscontro molto positivo e va certamente un plauso all'attività del Governo poiché questa ultima accelerazione al federalismo fiscale dà un concreto respiro agli enti locali."
Il taglio Ici non grava quindi sul comune di Viterbo. La cifra corrispondente alle suddette privazioni economiche non è in effetti così ‘ingombrante' come per altre località, si parla infatti di un totale di tagli pari a circa un milione e mezzo di euro.
Che non sono comunque bruscolini, come si suol dire.
"Posso garantire che non ci saranno tagli a nessun servizio comunale - assicura Taglia -. Anzi, stiamo cercando di migliorarli ulteriormente."
Non sono invece della medesima opinione i sindaci di numerose città italiane.
"Per un po' - riflette ad esempio Tea Albini, assessore al Bilancio del comune di Firenze - gli incassi dei comuni consentono di reggere il colpo.
Ma con dicembre, dopo i pagamenti legati a mutui e tredicesime, le difficoltà aumenteranno."
Le fa eco Paola Bottoni che tiene i conti del comune di Bologna sottolineando che
"se il correttivo non sarà rapido, si rischia una drastica riduzione dei servizi."
Anche l'assessore alle risorse strategiche del Comune di Napoli, Enrico Cardillo, teme che
"i problemi economici andranno a riversarsi sulle opere pubbliche e quindi sull'occupazione, come anche sui servizi alla persona poiché alcune cooperative sociali potrebbero saltare."
Ma le divisioni non sono affatto motivate solo dalle diverse collocazioni politiche. Il presidente dell'Anci e sindaco di Firenze Leonardo Dominici non ha mezze misure:
"In questa situazione si rischiano 8.102 fallimenti comunali."
E sicuramente in questa cifra assai preoccupante ci sono anche moltissimi Comuni amministrati dal centrodestra.
Dunque i fondi promessi con l'accordo sul federalismo fiscale devono arrivare presto: la bancarotta è davvero dietro l'angolo.

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