Nonostante le dichiarazioni di intenti di tutti i presenti, tutti concordi voler salvaguardare l'acqua pubblica - tranne il sindaco di Caprarola, Alessandro Cuzzoli, che da anni ripete di unire in un unico Ato i territori di Viterbo e Roma, affidandoli poi all'Acea - e nonostante il finanziamento regionale di 9 milioni di euro, condizionato però al superamento della frammentazione nella gestione del servizio (pena il commissariamento dei comuni "dissidenti") e all'aumento delle tariffe.
Assente l'assessore all'Ambiente Tolmino Piazzai, alla presenza dei sindaci di alcuni comuni della Tuscia, dei rappresentanti del Forum per l'acqua pubblica e dei dipendenti di Talete, il presidente della Provincia e dell'Ato1, Alessandro Mazzoli, spiega che per superare la criticità è necessaria la vicinanza della Regione, che stanzierà prima 2 poi 7,5 milioni di euro, a patto che la conferenza dei sindaci stabilisca entro fine giugno tempi e modi per la presa in carico del servizio in tutti i comuni.
"Evitiamo di fare battaglia e propaganda politica"chiede infine Mazzoli. Anche il presidente di Talete, Roberto Corbo, punta sul superamento della frammentazione e sull'appoggio della Regione.
"Non ci sono alternative valide alla soluzione adottata - afferma -. Il territorio deve dare una risposta chiara sulle scelte da compiere."Ma le parole di Mazzoli e Corbo non bastano a rassicurare i sindaci, perchè i dubbi sulle modalità di ingresso in Talete e sulla salute dell'azienda restano.
"c'é un piano di risanamento del debito - chiede il consigliere Francesco Bigiotti (Udc) -? e il Siit? e il tfr dei lavoratori ex Robur? Dei fondi regionali, poi, solo un milione e mezzo è stato già stanziato: ne mancano altri 8.
Quali sono gli interessi del prestito? Come saranno organizzati i servizi nei vari comuni? Cosa ne sarà dell'acqua di uso pubblico?."
"Abbiamo solo due strade - interviene il consigliere e sindaco di Corchiano, Bengasi Battisti (Pd) -, la spa pubblica o la gestione dei privati, come dice la legge.Chiede maggiori chiarimenti invece il consigliere Riccardo Fortuna (Prc)
Se esiste una terza via, sono pronto a sostenerla, ma attualmente non c'è. É doloroso chiedere soldi in più ai cittadini, ma se serve per mantenere un diritto forse si può fare."
"Serve chiarezza sui debiti - afferma -.A rappresentare le istanze delle amministrazioni virtuose che vedrebbero aumentare i propri costi entrando in Talete, ci pensa il sindaco di Bagnoregio, Erino Pompei (Udc).
I ricatti dei sindaci stanno portando Talete al fallimento: vogliamo una relazione sull'assetto dei comuni che devono entrare."
"Ci si crogiola sulla promessa del prestito regionale - dice - ma la Regione non paga neanche lo stato di avanzamento dei lavori già appaltati, con le aziende costrette a chiudere.
Si cerca solo di rimettere in piedi una situazione fallimentare: nessuno conosce il profondo rosso di Talete, nè i termini dei contratti che la società vuole stipulare coi comuni.
Siamo tra la tragedia e il paradosso: perchè i comuni che pagano meno l'acqua devono entrare in Talete, un pozzo senza fondo, quintuplicando i costi? Il prestito regionale serve solo a mantenere in piedi un carrozzone che non si sa dove vuole andare: i partiti che si sono spartiti anche i lacci delle scarpe di Talete ora girano intorno al problema senza dare risposte, usano il commissariamento come minaccia.
Perchè invece - conclude - non avanzano in Parlamento una proposta di modifica della legge Galli?."
"Delineiamo una proposta che sarò oggetto della conferenza dei sindaci - conclude alla fine il presidente Mazzoli -, sulla quale ognuno voterà, mostrando così chi davvero vuole la gestione pubblica del servizio idrico."La prossima riunione della conferenza dei sindaci è fissata per il 23 marzo: ad oggi la strada dell'ingresso spontaneo dei comuni in Talete non sembra facilmente percorribile, e l'accordo con la Regione per certi versi non agevola questo processo.
Il profondo rosso di Talete rischia perciò di diventare nero
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