giovedì, maggio 07, 2009

L'archivio storico della Diocesi di Acquapendente

L'archivio quale luogo della memoria storica di intere comunità e, in passato, attraverso quello delle diocesi, testimonianza continua del vissuto.
Oggi pomeriggio, alle 16,30 presso il Museo della Città-Palazzo Vescovile di Acquapendente, si terrà la presentazione del lavoro di riordinamento e inventariazione dell'Archivio storico delle Diocesi di Castro e Acquapendente.
Scopo dell'incontro è promuovere la conoscenza del patrimonio documentario conservato dalle antiche diocesi di Castro e Acquapendente, delle modalità e delle fasi di lavoro relative al riordinamento e all'inventariazione dell'Archivio storico delle due Diocesi, dei criteri più opportuni per favorire una corretta conservazione, tutela e valorizzazione degli archivi ecclesiastici per la ricerca e lo studio della storia del territorio dell'Alta Tuscia.
Interverranno Mons. Lorenzo Chiarinelli Vescovo della Diocesi di Viterbo, Renzo Chiovelli Direttore del Museo della Città, Luciano Osbat Direttore scientifico del Centro diocesano di Documentazione per la storia e la cultura religiosa della Diocesi di Viterbo, Danila Dottarelli e Monica Ceccariglia curatrici del riordinamento e dell'inventariazione.
L'iniziativa rientra nell'articolato programma della seconda edizione del Bibliolago Festival, ricca di appuntamenti culturali che vedono al centro il libro e la lettura nei nove paesi del Sistema Bibliotecario Lago di Bolsena.
Acquapendente è stata elevata a dignità di Diocesi da Papa Innocenzo X con bolla
"In Supremo Militantis Ecclesiae trono"
del 13 settembre 1649, subito dopo la cosiddetta "Seconda guerra di Castro" che vide il pontefice Innocenzo X Pamphilj contrapporsi al duca di Castro Ranuccio II Farnese.Questo conflitto si concluse nel settembre 1649 con la capitolazione di Castro e la distruzione dell'intera città.
Il Museo della Città, si colloca nell'ambito urbano della via Francigena con sede principale presso il Palazzo Vescovile.
La forma attuale del complesso edilizio, , deriva da successive trasformazioni e ampliamenti avvenuti tra la fine del secolo XVII e la metà del XVIII.Il museo occupa il primo piano con il Salone degli Stemmi e le sale dell'appartamento privato del vescovo con la cappella che ospitano il gruppo eterogeneo delle opere della collezione diocesana e la ricca raccolta di reperti ceramici che costituisce la collezione civica.
Il museo ha una sede distaccata presso la Torre Julia de Jacopo che ospita la collezione delle maioliche arcaiche e una terza sezione presso il piano terra dell'ex convento di san Francesco destinata ad ospitare, dopo che sarà completata, una raccolta di dipinti su tela e tavola provenienti dallo stesso convento francescano

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