venerdì, novembre 13, 2009

La Quarta parete dei Neurorealisti a Soriano nel Cimino

Tutto "muove" da un'opera di un grande artista: Tommaso Cascella, punto di convergenza di uno spettacolo che il gruppo teatrale "i Neurorealisti", nato con la direzione di Michele Greco nel 1968 al Piper di Roma, ha presentato in prima assoluta in una singolare e straordinaria serata presso il "Parco dei Cimini", il bellissimo agriturismo di Lorella e Stefano Caporossi situato sui Cimini tra Viterbo e Soriano.
Lo spettacolo è "La Quarta Parete" e verrà replicato sabato e domenica alle 20. Più che spettacolo, come lo definisce l'ideatore e regista, greco, si tratta di una "finzione scenica" che si avvale di una scenografia tratta, appunto, da un'opera di Tommaso Cascella e realizzata, con i relativi costumi e quattro maschere, dall'ungherese Ersebet Palastri con musiche originali di Francis Kuipers, autore di molti temi per il cinema. Un atto di coraggio e una dimostrazione di disciplina artistica nella composizione di quadri alternate a recitazione, canti e danze interpretate dagli attori: Valerio Largo, Ttai Motta che ha anche cantato tre canzoni brasiliane Marta Della Torre. Al violino un Alberto Poli di strabiliante capacità interpretative. Le coreografie curate da Roberta Catautella hanno visto in scena la stessa Roberta Catautella e poi Lorella Caporossi, Elisabetta De Sanctis, Eleonora Perrotta, Marta Della Torre, Claudia Paccosi, Gabriella Dono, Giulia Aragonesi, con la partecipazione di Isabella Gasbarri, che, a soli dieci anni, è stata artefice di alcune perfomances di ottima qualità. Spettacolo che coinvolge e, per certi versi, avvolge in un succedersi di messaggi che giocano con i corpi delle ballerine e si esplicano attraverso la voce recitante o un canto emozionante come una ninna nanna di notevole valore espressivo.
"La Quarta Parete - dice Michele Greco - viaggia sul confine tra realtà e sogno, ristabilendo un ordine utopico in ognuno di noi, in questo nostro profondo, dove si consumano i tempi e le gioie, i luoghi e gli amori, dove si muore in silenzio ed in solitudine."
La chiave di lettura è stata affidata alla sensibilità individuale dello spettatore non essendovi una narratività letteraria logica ma solo musiche, poesie, proiezioni cinematografiche e danza sperimentale del corpo di ballo della scuola di danza classica e moderna "md Nuova Città di Viterbo", una scuola di grande tradizione. L'opera di Cascella amalgama il tutto divenendo il punto di convergenza e non solo scenico. Attorno a questa muove un mondo che si agita, s'acqueta, riprende vita e tramonta: un alternarsi di canti e movimenti coreografici che sono sintesi della vita e della costante capacità della natura di riprodursi: un miracolo che si ripete da millenni

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