La Tarsu, tassa sui rifiuti solidi urbani, infatti, secondo il documento del sindacato è aumentata mediamente del 4,9% nel 2009: 10 euro pro capite in più rispetto al 2008. Non proprio una sciocchezza, in tempi di crisi. E in un anno l'esbroso per le famiglie italiane è ammontato mediamente a 205,62 euro, pari a 2,57 euro al metro quadro, contro i 195,95 euro del 2008, pari 2,45 euro almetro quadro.
Sono 44 le città, come emerge dal rapporto, che hanno aumentato nel 2009 rispetto al 2008 le tariffe della Tarsu/Tia, con punte del 65,2% a Benevento (127,80 euro pro capite), del 60,3% a Napoli (136,30 euro pro capite), del 56,5% a Reggio Calabria (43,20 euro pro capite), del 50% a Ragusa (63,28 euro pro capite), del 37,2% a Trapani (54,14 euro pro capite). Rimangono, invece, invariate in 58 città, mentre diminuiscono in due: a Pordenone (-9%) e a Livorno (-2,2%). Per la Uil tra le città più care ci sono Napoli, con un prelievo, di 362,50 euro medi annui (4,53 euro al mq); Salerno 330,00 euro (4,12 euro al mq); Siracusa 325,68 euro (4,07 euro al mq); Livorno 323,85 euro (4,05 euro al mq). E ancora: Benevento 323,80 euro (4,05 al mq); Caserta 314,60 euro (3,93 al mq); Latina 313,20 euro (3,92 euro al mq) e Lucca 295,32 euro (3,69 euro al mq), oltre ad Agrigento 293,08 euro (3,67 euro al mq) e Catania 292,00 euro (3,65 euro al mq). Tra le città più virtuose, invece, si annoverano appunto Viterbo, con 127,88 euro (1,60 al metro quadro), Isernia, dove si paga mediamente 78,10 euro (0,98 euro al mq); Matera con 100,30 euro (1,26 euro al mq); Cremona 111,30 euro (1,39 euro al mq); e Campobasso 111,40 euro (1,39 euro al mq).
Nella fascia bassa della classifica anche Vibo Valentia 113,20 euro (1,41 euro al mq); Pescara 117,76 euro (1,47 euro al mq); Reggio Calabria 119,69 euro (1,49 al mq); Pordenone 124 euro (1,55 euro al mq); Novara 129,60 euro (1,62 euro al mq). La stragrande maggioranza delle Province applica inoltre l'aliquota del Tributo provinciale ambientale più alta (5%), mentre a Prato si applica l'1%; a Brescia l'1,5%; a Siracusa il 2%; a Pisa il 2,5%; a Ragusa, Enna, Firenze, Treviso e Taranto il 3%; ad Oristano e Livorno il 3,5%; a Catania, Messina, Agrigento, Avellino, Lucca e Foggia il 4%; ad Arezzo il 4,7%; mentre la Provincia di Latina applica un'aliquota diversificata dall'1 al 5% a seconda della percentuale di raccolta differenziata attuata dai Comuni. L'indagine, che ha preso come campione un nucleo familiare di 4 persone con una casa di 80 mq, un reddito imponibile ai fini Irpef di 36 mila euro annui ed un reddito Isee di 17,812, certifica dunque, come spiega ancora il sindacato,
"un deciso aumento della pressione fiscale nonostante il blocco delle imposte locali."
"a pagare sono tutte le famiglie, in quanto tale imposta grava sia sui proprietari che sugli affittuari degli immobili - spiega la Uil -. Aumenti che non sempre si accompagnano ad una migliore qualità del servizio e che non hanno un colore politico. Sono tutti uniti, in modo bipartisan, nell'aumentare le tasse, tutti d'amore e d'accordo nel dire no al taglio delle loro poltrone, tutti concordi a rimpinguare le casse degli enti locali con la 'tassa blu' sui parcheggi a pagamento e tutti distratti, facendo orecchie da mercante, quando si tratta di restituire ai cittadini contribuenti quanto versato, ma non dovuto"
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