"Quand'è che la politica sentirà suonare la sveglia?."Questa è la domanda che rimbombava nella sala del caffè Schenardi ieri mattina quando si sono riuniti intorno al tavolo Cgil, Cisl, Uil e Confindustria bocciando le istituzioni viterbesi. Il protocollo d'intesa siglato cinque anni fa è stato disatteso, la crisi avanza, le infrastrutture fanno un passo indietro e Viterbo è in coma. Parole che pesano ma di cui il presidente di Confindustria, Domenico Merlani, è più che convinto.
"Nel 2005 tutte le sigle sindacali e Confindustria firmarono un protocollo d'intesa per il rilancio della Provincia - afferma Merlani - ad oggi quelle richieste sono ancora valide giacché non è stato realizzato niente di quello che era nel protocollo."L'indotto è negativo, la crisi non sembra avere nessuna intenzione di allentare la cinghia e le imprese soffrono.
"L'azione politica è assente e l'immobilismo continua - rileva Merlani-. Anche perché se una Provincia non è riuscita ancora a stabilizzarsi e continua a litigare per decidere chi fa cosa, è ovvio che non si riesce a fare niente. Non si può perdere tempo con questa crisi che sta colpendo il settore delle costruzioni e del distretto ceramico. A questo punto non possiamo più permetterci solo di 'reggere' una crisi che è entrata nelle nostre case senza chiedere permesso."Le promesse della politica sembrano aver stancato le varie parti sociali che ora vogliono vedere i fatti.
"Il territorio di Viterbo è poco competitivo - termina Merlani - perché non possiede quelle infrastrutture degne di una grande Provincia. Ora sono tutti preoccupati per un aeroporto, che probabilmente non si farà mai. Sono due o tre anni che se ne sta discutendo ma se la politica non si dà una mossa è inutile continuare a discorrere. Anche perché l'Adr ha detto chiaramente che i soldi per un altro aeroporto, oltre a Fiumicino, non li ha e non sono state date tempistiche certe per la sua realizzazione. Una gara pubblica, invece, avrebbe permesso di aprire ad altri partner e velocizzare la procedura."Dello stesso avviso anche il segretario generale della Cgil, Miranda Perinelli.
"La politica è in ritardo e Viterbo sta soffrendo per una mancanza di strutture - afferma Perinelli -. Non c'è una ferrovia al passo con i tempi, la trasversale è un cantiere aperto e non c'è una diversificazione della produttività. Ora che imperversa la crisi - la disoccupazione si attesta intorno al 12 per cento - si dovrebbe investire sulla ricerca di nuove produttività per poter essere sicuri di sopravvivere e portare Viterbo in alto."Anche il progetto del parco scientifico si è dissolto nel fumo delle parole.
"Il parco scientifico si è costituito - afferma il segretario generale della Cisl, Rosita Pelecca - ma si è data più importanza all'offerta che alla domanda e ciò che era stato iniziato si è fermato per l'incapacità delle persone."Altro problema sembra quello del mancato sviluppo della città stessa.
"L'unica nota positiva sono le Università - afferma Turchetti -. Un po' poco per una città in crescita."La scarsa propositività sembra essere, secondo il direttore di Confindustria, l'elemento che non permette di portare a termine il puzzle.
"Se la politica non fa danni è già tanto - tuona Antonio Delli Iaconi -. Questo perché manca un programma politico"
Antonella Pace
Corriere di Viterbo Sabato 29 Maggio 2010
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