martedì, giugno 15, 2010

Fiori alle finestre e cene in cantina 2010 a Vetralla

Sabato prossimo alle ore 21.30 in piazza della Rocca a Vetralla in occasione della manifestazione
"Fiori alle finestre e cene in cantina"
concerto del gruppo "Canto Antico" musica popolare folkloristica pugliese "pizzica, taranta, tamurriata". Il gruppo esegue musiche della tradizione pugliese (in particolare salentina) nonché di tutta la tradizione italiana. Il repertorio è pertanto molto vario richiamando inoltre sonorità e ritmi di tutto il mediterraneo grazie all'influenza che la musica di altre culture ha avuto sui vari componenti del gruppo. Si spazia pertanto da canoni puramente tradizionali con pezzi eseguiti secondo la tradizione italiana a musiche più elaborate e trascinanti grazie anche agli straordinari virtuosismi dei singoli musicisti. Il gruppo si compone di 6-7 elementi più 3 ballerine (che interverranno durante il concerto sia in maniera coreografica sia per trascinare e coinvolgere gli spettatori).L'incontro creativo tra musicisti di diverse provenienze e formazione dà vita a una musica etnica italiana radicata, nel carattere ritmico e passionale, alle terre del Sud. Le pizziche, le tammurriate, i canti di lavoro e di lotta attinti al ricco patrimonio di tradizione orale del Meridione formano il terreno musicale da cui muove i passi CantoAntico, la cui ricerca si apre ad altre storie e territori sonori affini. Nasce un linguaggio musicale nuovo, suggestivo, fatto di sonorità antiche e arrangiamenti inediti in viaggio tra i popoli mediterranei. La tradizione ispira nuove espressioni, la memoria scorre e si intreccia col presente. CantoAntico è tra i gruppi emergenti più significativi della musica del Sud Italia. 1° premio al Concorso Internazionale di Val Tidone (2006), 1° premio al Folkontest 2008, ospite d'onore al Fimu di Belfort (2007) e al Festival Interceltic di Lorient (2009), il gruppo è stato in tourneè a Cuba, in Francia, Bretagna, Tunisia. Ha all'attivo quattro pubblicazioni discografiche e due spettacoli teatrali. Collabora con la Piccola Orchestra del Mediterraneo, diretta dal Maestro Sandro Torriani, e con l'attrice Marina De Juli della compagnia Dario Fo-Franca Rame.La pizzica si balla in coppia all'interno della ronda e presenta varianti esecutive tra alto e basso Salento. Diffusa in ambiente contadino, tradizionalmente si danzava in occasioni rituali (matrimoni, battesimi) o comunque quando la piccola comunità familiare si ritrovava per far festa. Un tipo di esecuzione particolare e la "Tammurriata".'O balle 'ncoppa 'o tammurre è un'antica danza contadina, diffusa in Campania con diversi stili esecutivi. Il termine tammurriata fino a pochi decenni fa designava solo un repertorio canoro-strumentale, mentre attualmente rappresenta una complessa famiglia di balli sul tamburo (chiamata dai diretti esecutori anche semplicemente "ballo").Viene ballata in una vasta zona che va dalla bassa valle del Volturno, il Casertano, l'area circumvesuviana, sino all'agro-nocerino, il Nolano ed alla costa amalfitana. In una più ampia classificazione dei balli etnici italiani, la tammuriata va inclusa nella famiglia della tarantella meridionale, di cui costituisce uno specifico e originale sottogruppo basato sul ritmo rigidamente binario, .Il ballo trae il nome dal fondamentale ritmo binario che viene marcato con il tamburo (detto anche "tammorra"). La "tammorra" è un grande tamburo a cornice dipinta con sonagli di latta, con possibile accessorio addobbo di nastri o pitture policrome e campanelli. Anche il Sonu a ballu rappresenta il ballo tradizionale sud-aspromontano ed è ancora praticato presso le comunità di appartenenza secondo modalità e regole di antica memoria. Una coppia per volta balla all'interno dello spazio preposto alla danza, la "rota", e gli interventi alla danza vengono regolati dal "mastru i ballu". Il canto popolare descrive un mondo culturale complesso. Il corpus poetico, le antiche modalità di canto, le arie e le armonie tramandate oralmente, e soprattutto la funzionalità e il valore identitario dei canti ci raccontano l'altra storia dell'Italia del Sud, quella non scritta
Corriere di Viterbo Martedì 15 Giugno 2010

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