Corriere di Viterbo Venerdì 9 Luglio 2010
venerdì, luglio 09, 2010
Festa della Trebbiatura 2010 a Gallese
Il Comitato di San Famiano 2010, in questo anno rappresentato dalle classi di nascita 1959 e 1984, ha realizzato la prima edizione dell'antica Festa della trebbiatura nell'aia, in una piazza situata appena fuori dalle antichissime mura di Gallese (i Merli), nei giorni 2,3,4, luglio. Lo scopo della manifestazione è stato quello della rievocazione di un antico, faticoso e forse più importante lavoro di campagna che occupava quasi per intero il periodo estivo. Considerato momento di aggregazione e festa per quei tempi, era una pratica agricola ricchissima di tradizioni, tra storia, cultura e gastronomia. La manifestazione ha riprodotto in modo autentico tutto il lavoro e le fasi che un tempo venivano eseguite durante la trebbiatura, con lo scopo di far conoscere e comprendere l'importanza che questo evento rivestiva. Gallese per le sue antiche tradizioni agricole, ancora oggi del tutto mantenute, viticole e olivicole nella parte di collina e cerealicole nella grande parte di territorio della valle del Tevere, rappresenta senz'altro il centro di tutta la bassa Tuscia che ben si presta a questo evento. La festa ha avuto inizio il 27 giugno con la mietitura a mano; la partecipazione degli "anziani" di Gallese è stata veramente numerosa, (circa 120 persone). L'arrivo nel campo di grano è stato di mattina di buon ora, con biciclette antiche e a dorso di asini; le donne con i classici cesti in vimini ripieni di prosciutto, frittate, formaggi, dolcetti tipici e con brocche di acqua sulla testa cantavano stornelli in gruppo e tutti insieme giunti sul posto iniziavano la mietitura con i classici falcetti. Tutti i particolari dell'operazione sono stati rigorosamente filmati: la realizzazione del "barzo" (legaccio tipico ottenuto con i culmi dello stesso grano) la realizzazione dei "cordelli" (cumuli di covoni fatti ad arte al fine di preservare le spighe dagli agenti atmosferici) la realizzazione del "balcone" (grande cumulo di covoni da realizzare nell'aia) . É seguita la mietitura meccanica, il tutto per una superficie di un ettaro. A metà mattinata sotto una splendida quercia è arrivato il momento della colazione e su tovaglie a quadri in poco tempo è stato appoggiato ogni ben di Dio: prosciutto, pizza con le erbe di campo, frittate di ogni tipo, salami, uova lesse, formaggi vari dolci semplici dell'epoca, acqua e tanto vino. I commensali-mietitori insieme alle donne e ai membri del comitato hanno mangiato con un robusto appetito rallegrati dalle festose note di una fisarmonica che intonava i versi di un tempo. Saziata la fame le donne e gli uomini si sono improvvisati ballerini di : saltarelli, tarantelle quadriglie tipiche, anche l'asino ha voluto prendere parte alla gioiosa festa con un lungo ragliare. Nei giorni successivi tutti i covoni sono stati portati nell'aia per la trebbiatura, nel nostro caso piazza Don Lorenzo Milani, appena sotto le bellissime mura di Gallese
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
 
 
Nessun commento:
Posta un commento