domenica, gennaio 09, 2011

Economia a picco nel 2010 per Federlavoro

Un 2010 tutt'altro che roseo per l'economia di capoluogo e provincia. Questo, ciò che si evince dall'analisi economica annuale diffusa dalla Federlavoro di Viterbo. Una battuta d'arresto accusata soprattutto dalle piccole e medie aziende locali nei comparti di commercio, artigianato e servizi. La produzione media delle imprese artigianali e di manifattura è, infatti, diminuita del 10% rispetto al 2009 e il commercio di vicinato in genere ha accusato una brusca frenata su quasi tutti i comparti (-8%). Oltre la crisi generale, l'analisi registra la schiacciante concorrenza dei grandi punti vendita, come ad esempio gli ipermercati, e la concorrenza di strutture di conduzione extracomunitaria che importano prodotti a buon prezzo ma di scarsa qualità, provenienti dal mercato est asiatico. Una concorrenza non proprio ortodossa, che gli imprenditori dei settori interessati dichiarano di non poter sostenere perché risulta impossibile concorrere con chi paga la manodopera ad ottanta centesimi di euro lordi ad ora, contro la media italiana di almeno 12 euro orarie. Bene, invece, i piccoli negozi artigianali e di commercio alimentare specializzati che nel 2010 registrano un aumento del 3,5% sul fatturato medio. Pollice giù per negozi di fiori, cartolerie, agenzie di viaggi, rivendite al minuto di detersivi e materiali per pulizie: attività che hanno avuto più insuccesso nel 2010. Economia grigia anche in materia di assunzioni che rispetto al 2009 sono diminuite del 4% con un incremento dei contratti a progetto e tempo determinato.
"Un sistema fiscale - fanno sapere dalla Federlavoro - che va senza dubbio rivisto e migliorato. Nonostante i controlli mirati siano aumentati e finalmente sia stato rispolverato il redditometro, risulta, infatti, inalterata la formula "non possiedo nulla e faccio come mi pare".É ormai evidente - si legge nel comunicato - che molti imprenditori tuttora in attività riescono a navigare nella tranquillità con ditte e società di capitali senza pagare imposte a danno dei virtuosi che, per un sistema paradossale esclusivamente italiano, vengono tartassati con studi di settore e infiniti adempimenti burocratici. Per questi motivi, la fase fiscale e amministrativa può generare indirettamente "perdita di concorrenza" per quelle piccole medie aziende che sino ad oggi riuscivano ad esportare manufatti e merce in zona ue o extra Ue, a tutto danno del Prodotto interno lordo già ridotto quasi allo zero a livello nazionale. Il sistema fiscale - conclude la Federlavoro - dovrebbe quindi essere rivisto e migliorato
Corriere di Viterbo Sabato 8 Gennaio 2011

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