domenica, gennaio 09, 2011

Latina vuole scippare l’aeroporto a Viterbo

Una storia infinita, come la saga di un film di alcuni anni fa dove a volare era un enorme cane alato. A Viterbo si spera che a volare sopra le teste dei cittadini siano dei "luccicanti" aerei di linea, ma considerando le notizie che a più riprese arrivano sulla realizzazione dell'aeroporto sembra proprio che nella Tuscia sia più probabile l'avvistamento di cani alati. Inoltre a tornare attuale è anche la polemica sulla migliore ubicazione del progetto. E in questo i pericoli maggiori arrivano da Latina che dopo aver ottenuto lo sblocco dei fondi per la realizzazione dell'autostrada di collegamento con Roma, il sogno dell'aeroporto potrebbe essere ad un passo. Senza una guida in Comune, dove attualmente si muove il commissario prefettizio, dalla Provincia di Latina, amministrata dal centrodestra con il presidente Armando Cusani, vengono mormorii su una possibile valutazione del progetto. Tanto che già si parla di una prossima campagna elettorale per l'elezione del Sindaco incentrata anche sui progetti delle grandi infrastrutture. Il primo a girare il coltello nella piaga, se si guarda dal punto di vista del Viterbese, è il segretario provinciale dell'Italia dei Valori della Provincia di Latina, Enzo De Amicis.
"Non si conoscono ancora bene i termini dello studio commissionato dall'Enac alla One Works, Kpmg e Nomisma sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano e trasmesso al Ministero delle infrastrutture, che subito ritorna di scena il caso dell'aeroporto di Viterbo, che sembra il più estraneo ad una politica di contenimento di costi superflui rispetto ad un vero rilancio del mercato del trasporto aereo"
, dice De Amicis riferendosi proprio all'aeroporto della Tuscia. Ma questa è solo la ciliegina su una torta che potrebbe diventare amara tra i denti degli amministratori viterbesi.
"Se si volesse interpretare davvero bene lo spirito di questo studio costato all'Enac 500mila euro basterebbe analizzare la prima vera conclusione del Piano che ridimensiona la proliferazione degli scali aeroportuali in Italia e soprattutto tende a cancellare gli sprechi per scali che sono mal collocati, mal collegati e sottocapitalizzati. E questi requisiti li ha tutti lo scalo di Viterbo - chiarisce senza fronzoli il segretario pontino dell'Idv -. E quali obiettivi oltretutto avrà Viterbo per catturare il mercato e portarlo sul suo territorio, vincendo la competizione di altri scali? Tutto questo a fronte di un forte aumento del traffico aereo previsto, che per il 2030 aumenterebbe anche di oltre il 100% e che porterà lo scalo di Fiumicino alla saturazione già nel 2017. Rispetto a questa pianificazione Viterbo rappresenterebbe un buco nero nella riorganizzazione del Piano per la grande difficoltà di accesso alla rete ferroviaria e stradale e per i costi eccessivi, e poco utili degli investimenti infrastrutturali, e quindi di collegamento che si dovrebbero sopportare. Proprio in virtù di tutto ciò ritengo ancora che la decisione, esclusivamente politica, di cancellare Latina dalla mappa degli scali aeroportuali può essere rivista e questo in virtù anche di favorire un sistema integrato aeroportuale con Fiumicino per gli scali low-cost e cargo."
Nel suo elogio alle qualità di Latina, De Amicis chiude dicendo:
"a favore di Latina c'è sicuramente il fatto di non comportare eccessive dispersioni di risorse per le nuove costosissime infrastrutture ferroviarie e stradali di collegamento. Il monito che lancio alle forze politiche del territorio e principalmente a quelle che ci rappresentano alla Regione Lazio e quello di riprendere l'analisi della possibile localizzazione del terzo Scalo aeroportuale a Latina nella valutazione più complessiva di uno Scalo aeroportuale strategico e dai costi complessivi ridotti rispetto a quello di Viterbo"

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