Esplode il reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima: evacuate circa 140.000 persone. Il dramma giapponese che in questi giorni sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso, riaccende i riflettori sull'incubo radioattività e sulla reale sicurezza degli impianti nucleari. A distanza di sette mesi dal via libera del parlamento al ritorno all'energia nucleare nella penisola italiana, la provincia di Viterbo continua a essere uno dei siti papabili per la creazione di nuove centrali e nuovi depositi di scorie. La zona costiera di Montalto di Castro e l'area di confluenza tra Nera e Tevere tra Magliano Sabina e Orte: queste le zone viterbesi indicate come idonee all'installazione delle centrali nucleari elencate in una mappa di 32 anni fa rispolverata in questi giorni incandescenti, in sede parlamentare, dal Partito democratico. La mappa, redatta nel 1979 dal Cnel (Comitato nazionale per l'energia nucleare), individua nel dettaglio tutti i punti della penisola in cui, ci sarebbero le condizioni idonee alla localizzazione delle centrali. Mappa di cui il governo, interrogato dal responsabile Pd per la Green economy, Ermete Realacci, non ha smentito la validità. I territori viterbesi individuati, essendo località geologicamente stabili che hanno molta acqua a disposizione e sono relativamente poco popolosi, risponderebbero perfettamente ai criteri sanciti dal decreto legislativo numero 31 del 15 febbraio 2010. Una questione di scottante attualità che vede l'intera Tuscia pro rinnovabili mobilitarsi. A nulla, infatti, è valso l'appellativo "avvoltoi" sbandierato dal ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo verso "coloro che hanno preso spunto dal disastro ambientale giapponese per riproporre l'opposizione alla scelta nucleare”.
L'Usb (Unione sindacati di base) ha già annunciato che il 26 marzo, giornata di mobilitazione nazionale, scenderà in piazza, contro chi vuole privatizzare l'acqua e "contro chi vuole gettare il mondo nell'incubo di un'eterna notte nucleare". Sulle barricate anche Legambiente Lazio che in una nota fa sapere: "Non sono bastati i tanti soldi spesi per capire come mettere in sicurezza le scorie radioattive prodotte nel breve tempo in cui le due centrali della nostra regione sono rimaste in funzione. Alla luce dei nuovi incidenti, le istituzioni non possono continuare a far finta di niente, le popolazioni devono sapere cosa c'è affianco alle loro case e cosa ci sarà secondo i piani previsti per il rientro delle scorie nucleari in Italia". Considerazioni condivise appieno anche da Tuscia Vola che ribadisce con forza il totale dissenso alla creazione di una centrale nucleare a Montalto. L'assessore Bartoletti, che proprio in questi giorni si trova nelle Filippine e sta vivendo sulla propria pelle la preoccupazione per il rischio di contaminazione radioattiva, non usa certo mezzi termini. "Vivere sopra una potenziale bomba atomica - dichiara l'assessore di palazzo Priori - non ci farà dormire tranquilli". La minaccia atomica che in queste ore sta spaventando il pianeta al punto tale da far intimare l'alt al nucleare in Germania, Polonia e Svizzera, pare esentare del tutto il Bel Paese che non annuncia nessun dietrofront
Elisa Conti
Corriere di Viterbo Mercoledì 16 Marzo 2011
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