Rocca Albornoz tra antico e moderno: l'arte pop "invade" il museo etrusco. Alla vigilia dell'apertura della prestigiosa mostra "la Pop Art", nelle sale del museo a piazza della Rocca, abbiamo avuto la possibilità di osservare, in fase d'allestimento, alcune delle splendide opere in esposizione. La prima impressione, considerando lo stato "in fieri" dei lavori, è stata più che positiva. Appena entrati nella sala della mostra, al primo piano della rocca, veniamo accolti da un insolito puzzle monumentale (5,44 x 1,93 mt) e variopinto. Questo vero e proprio vessillo dello spirito pop, altro non è che un'opera di Keith Haring: un mosaico di 32.000 pezzi, per un peso approssimativo di 27 kg che lo rende, indiscutibilmente, il più grande puzzle del mondo. Proseguendo nella sala successiva troviamo uno dei "Superman" di Steve Kaufman (serigrafia su tela), soggetto conforme all'idea di "arte di massa" portata avanti dal filone pop. Kaufman è stato sempre affascinato dal concetto di "icona" popolare e la sovente rappresentazione di comic heroes, icone per antonomasia, ne sono un chiaro esempio, complice anche il suo desiderio giovanile di diventare un illustratore di fumetti. Sempre di Kaufman il quadro Scarface (serigrafia su tela), rappresentante l'antieroe Tony Montana, protagonista dell'omonimo film cult del 1983; anche qui Steve Kaufman utilizza un linguaggio artistico "di massa", ponendo al centro dell'opera un'icona popolare. Proseguendo il percorso della mostra, troviamo due opere di Andy Warhol, uno degli artisti simbolo della pop art. Si tratta di "Marilyn" (offset su carta), una dei tanti ritratti di Marilyn Monroe prodotti dall'artista, e "Art", quest'ultimo tanto pop da essere stampato su t-shirt. L'opera di Warhol, capace di portare gli scaffali di un supermercato sulle pareti dei più grandi musei del mondo, era una continua provocazione: l'arte, per Warhol, doveva essere "consumata" come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Continuando con Warhol troviamo un suo ritratto del collega artista Keith Haring, sempre screenprint su t-shirt, prodotto a pochi mesi di distanza dalla morte dell'autore. Proprio di Keith Haring l'ultimo pezzo in anteprima, un graffito (spray su legno) denominato antinomicamente "untitled", senza titolo. Quando accusato di produrre opere fin troppo commerciali, Haring era solito rispondere:
"Potrei guadagnare di più limitandomi a dipingere poche opere e alzando i prezzi. Il mio lavoro è un'estensione di quello che facevo nelle stazioni della metropolitana, cercando di abbattere le barriere tra arte d'elite e arte popolare."
Ricordiamo che la mostra "la Pop Art" aprirà i battenti oggi alle ore 11, e proseguirà fino al 15 di gennaio con un calendario ricco di appuntamenti
Alessandro Bruni
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